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Dalle diocesi, le preghiere per la pace e per il Papa

San Benedetto e l' Annunciazione le celebrazioni della settimana

Preghiera |  | Daniel Ibanez/ EWTN Preghiera | | Daniel Ibanez/ EWTN

È stata una preghiera corale quella di ieri sera nelle chiese italiane perché “i popoli dell’Ucraina, della Terra Santa e di tutte le terre oppresse dalla guerra depongano le armi e si riconoscano fratelli nell’unica famiglia umana”. L’iniziativa è stata promossa dal Consiglio delle Conferenze Episcopali d’Europa alla quale hanno aderito le Chiese in Italia ritrovandosi per celebrare una Messa per le vittime delle guerre che imperversano in Ucraina e in Terra Santa.

“Ci uniamo convintamente all’iniziativa ‘Catena eucaristica’ proposta dal CCEE a tutte le Conferenze Episcopali Europee. La preghiera è una barriera contro l’odio, contro le divisioni, perché ci attira al cuore di Cristo e fa sì che diventiamo, nel mondo, protagonisti di un’azione di pace, testimoni di un amore che abbraccia il proprio fratello”, ha detto l’arcivescovo Giuseppe Baturi, Segretario Generale della CEI aggiungendo che l’Eucaristia, in particolare, è “per noi il segno e lo strumento fondamentale per realizzare l’unità tra di noi e nel mondo a partire dall’amore di Cristo. Il senso religioso, che si esprime nella preghiera, è un antidoto contro la guerra, contro l’estremismo, contro la polarizzazione tra nemici, perché è la ricerca e la proclamazione di un Dio che ci rende fratelli e che abbraccia e valorizza ogni iniziativa, ogni cultura, ogni uomo”.

Sono stati tanti anche i momenti di preghiera in Italia per la salute di papa Francesco ricoverato dal 14 febbraio al Policlinico Gemelli. Ma anche tante le celebrazioni in occasione di feste diocesane. Ieri Norcia ha celebrato il suo figlio più illustre, S. Benedetto. In una città cantiere per la ricostruzione post sisma 2016, sotto la grande statua del Santo patrono d’Europa e poco distante dalla Basilica che ne custodisce il luogo natale e che “si spera di riaprire entro la fine dell’anno”, l’arcivescovo di Spoleto-Norcia, Renato Boccardo, ha presieduto la solenne concelebrazione eucaristica con la partecipazione delle autorità civili e militari”. “Celebrando la solennità di S. Benedetto - ha detto il presule - possiamo affermare veramente che gli esempi della sua vita sono in grado di ispirarci regole pratiche di comportamento? Lo sentiamo attuale, o piuttosto lo consideriamo lontano nel tempo, quasi un monumento antico di cui si ammirano gli eventi che ricorda ma che non esercita alcuna positiva influenza sul nostro modo di pensare e di agire? Le condizioni storiche nelle quali il Santo nursino è vissuto, così come la sua cultura, sono profondamente diverse dalle nostre: è dunque – ha detto Boccardo - ben normale che il nostro comportamento, nelle forme, sia differente dal suo; ma quanto ai principi non ci dovrebbe essere differenza. Guardiamo dunque a lui per comprendere quali insegnamenti offre a noi, ancora oggi. Immagino che Benedetto ci ripeterebbe l’esortazione del sapiente antico del libro dei Proverbi: ‘Figlio mio, … tendi il tuo orecchio alla sapienza, inclina il tuo cuore alla prudenza, invoca l’intelligenza e rivolgi la tua voce alla prudenza, ricercala come l’argento e per averla scava come per i tesori’”.

Per il vescovo Boccardo la morale di San benedetto è quella di “una grande comprensione degli uomini e delle loro debolezze; una saggia fiducia nelle loro possibilità; un grande slancio verso ideali elevati che possono apparire particolarmente esigenti, ma con la ferma convinzione che lo sforzo non è vano, che il bene è sempre possibile ed è per tutti ed è più forte del male e delle sue diverse manifestazioni; una fiducia assoluta nell’aiuto che il Padre che è nei cieli continua ad assicurarci; una grande ‘simpatia’ per tutto ciò che c’è in questo mondo: la natura e la scienza, la politica, l’arte e la fede. Oggi – ha detto - tali indicazioni possono e devono superare il perimetro di questa città e raggiungere e anche oltrepassare i confini del continente europeo. Viviamo un momento particolarmente difficile: trepidiamo per la situazione in Medio Oriente e assistiamo inorriditi al decollare di aerei carichi di bombe per polverizzare le macerie di Gaza, distruggere gli ospedali da campo, uccidere civili inermi; seguiamo con attenzione quanto avviene nell’Ucraina sottoposta a bombardamenti e attacchi sistematici e guardiamo con speranza alla possibile intesa con la Russia; lamentiamo l’arroganza e la mancanza di dialogo tra i potenti della terra; constatiamo con preoccupazione come le Istituzioni internazionali sono state svuotate di significato e prestigio, a cominciare dall’ONU; diciamo ad alta voce il disappunto per un’Europa che sta scegliendo in modo sconsiderato di riarmarsi e potenziare gli eserciti, quando eravamo convinti di essere finalmente usciti dalla logica della guerra”.

Firenze, invece, si appresta a festeggiare, il 25 marzo, la solennità dell’Annunciazione. E lo farà con un programma denso di appuntamenti nella Chiesa dell’Annunziata dove l’arcivescovo di Firenze, Gherardo Gambelli, presiederà la liturgia eucaristica. 

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Anche Loreto si prepara alla festa dell’Annunciazione. Per l’occasione i vescovi delle Marche invitano tutte le parrocchie, le chiese e i santuari a suonare a festa le campane in quella giornata alle ore 12. “È questo il motivo essenziale del Giubileo in corso: il Figlio di Dio nostra unica speranza, si è fatto uomo nel grembo della Vergine Maria. La Santa Casa di Nazareth, giunta per divino volere in terra marchigiana, custodisce la memoria viva del mistero più inaudito della storia”, sottolinea l’arcivescovo di Loreto, Fabio Dal Cin che martedì presenzierà la preghiera dell’Angelus nella Santa Casa di Loreto. “La tradizione cristiana del suono delle campane a mezzogiorno – ha aggiunto il presule -  ha sempre indicato l’invito alla preghiera”, auspicando che da questo Anno Giubilare “si possa riprendere da parte di tutti la recita dell’Angelus: è il modo più vero per fare memoria del fatto che ha cambiato la storia dell’umanità, ci ha portato la salvezza e ha aperto al mondo la strada della speranza che non delude”.