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Chiara Lubich, una mostra a Roma parte di un percorso giubilare

Era già stata a Trento, e ora si trova a Roma, al Focolare Point di Santa Maria del Carmine. “Una mostra per la pace”, sottolinea Margaret Karram, presidente del movimento dei focolari

Margaret Karram | Margaret Karram, presidente del Movimento dei Focolari, visita la mostra su Chiara Lubich al Focolare Point di Roma | Città Nuova Margaret Karram | Margaret Karram, presidente del Movimento dei Focolari, visita la mostra su Chiara Lubich al Focolare Point di Roma | Città Nuova

Tra le chiese giubilari di Roma, c’è quella di Santa Maria del Carmine. È una piccola chiesa incastonata nei vicoli dietro l’Arco di Traiano, a due passi da piazza Venezia, che ha però anche una missione particolare. È stata infatti affidata al Movimento dei Focolari dalla Diocesi di Roma, con lo scopo di essere un centro di unità.

In quella chiesa, dal 15 marzo e fino al 31 gennaio 2026, c’è una mostra dedicata a Chiara Lubich, la fondatrice del Movimento dei Focolari, scomparsa nel 2008. Si tratta di un percorso fotografico, sensoriale e documentale attraverso la vita e la storia di Silvia – così si chiamava Chiara, prima di scegliere questo nome – e del movimento da lei avviato, che ufficialmente si chiama Opera di Maria. Già proposta in parte a Trento, luogo di nascita di Chiara Lubich e del Movimento dei Focolari, in occasione del centenario della nascita della Fondatrice nel 2020, la mostra arriva a Roma con una prospettiva tutta centrata proprio sulla capitale, e dal titolo evocativo “Se guardo questa Roma”.

Erano le parole di Chiara Lubich, che arrivò a Roma nel 1949. “Roma – scriveva – non è come altra città. Se accanto alle bellissime chiese, ai monumenti gloriosi, ai palazzi, agli alberghi, i pellegrini trovassero sparsi qua e là come fiamme i veri cristiani, distinti dagli altri soltanto perché si amano ed amano, cuori aperti come quello di Gesù… se ognuno vivrà questo fuoco illustrerà a sua volta molti e molti altri”.

Margaret Karram, presidente del Movimento, ha riportato questa frase dando il benvenuto all’inaugurazione della mostra a Roma. È intervenuto all’evento anche il Cardinale Baldassarre Reina, vicario del Papa per la diocesi di Roma. Nelle sue parole, l’invito a guardare alla Capitale come una città dove vedere il volto dell’altro, accorgersi delle disuguaglianze e della povertà, fermarsi e sanarle.

Da parte sua, Margaret Karram ha sottolineato che uno degli intenti dell’evento è di “aprire una speranza di pace, oggi più che mai necessaria”. Al centro della spiritualità dei Focolari c’è il Vangelo di Gesù, quando chiede “Che tutti siano uno”, e secondo la presidente dell’Opera di Maria questa parola “ci chiama a coltivare in noi e attorno a noi questo sguardo di speranza ed impegnarci ancora di più in gesti di amore concreto”.

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Giuseppe Ferrandi, direttore del Museo Storico del Trentino che sostiene l’iniziativa, ha messo in luce nel suo intervento il fatto che Chiara Lubich “ci insegna a stare attenti all’uso delle parole, senza banalizzarle.

Anna Maria Rossi e Giuliano Ruzzier, curatori della mostra, hanno spiegato come la mostra invita a mantenere lo sguardo attento alla realtà problematica che ci circonda, ma allo stesso tempo a guardare gli spiragli di luce che si intravedono oltre i pannelli.