Città del Vaticano , lunedì, 17. marzo, 2025 14:00 (ACI Stampa).
“Caro Fratello nell’episcopato, sono qui anche quest’anno per parlarti della Terra Santa. Sento forte la responsabilità di rivolgermi ai Vescovi cattolici del mondo, a nome del Santo Padre, per farvi pervenire l’appello della Chiesa, in risposta al grido di chi si trova in grave sofferenza. Mentre vi scrivo, il nostro cuore è sollevato dalla tregua in atto. Sappiamo che è fragile e che, per natura sua, non basterà da sola a risolvere i problemi e ad estinguere l’odio in quell’area. Ma almeno gli occhi non vedono ulteriori esplosioni e non perpetuano l’angoscia dell’irreparabile”. Con queste parole - a firma del Cardinal Claudio Gugerotti, Prefetto del Dicastero per le Chiese Orientali e dell’Arcivescovo Michel Jalakh, OAM, Segretraio della stessa istituzione - comincia l’Appello per la Colletta dei Cristiani in Terra Santa reso noto oggi dalla Sala Stampa Vaticana.
Le guerre che sono in corso, al centro dell’Appello: guerre dove c’è “disperazione, distruzione ovunque”. Ma viva e forte rimane la speranza “che il trionfo della morte inferta non sia la sua eterna vittoria”. Viene citata la Lettera ai Cattolici del Medio Oriente del 7 ottobre 2024 di Papa Francesco. L’Appello, poi, continua: “Subito torna alla mente il nostro dovere - e uso questo termine con trepidazione, ma con decisione - di correre per aiutare, appena concretamente possibile, la vita a rinascere”. Un pensiero, poi, ai bambini che “hanno diritto a vivere in pace e a riavere case e scuole, a giocare insieme senza la paura di rivedere il ghigno satanico della morte”. Una riflessione sui luoghi santi che “hanno un valore particolare, sono incarnazione dell’Incarnazione. Essi sono stati custoditi fin dagli inizi dalle comunità cristiane, nella varietà delle loro tradizioni, e da secoli i Frati minori della Custodia li curano con fedeltà mirabile”.
L’Appello sottolinea che in “quei luoghi sono sbocciate iniziative di grande valore pastorale: parrocchie, scuole, ospedali, case per anziani, centri di assistenza a migranti, sfollati, rifugiati”. Quest’anno sarà importantissima la Colletta perché rimane “una risorsa imprescindibile: dopo la pandemia, la quasi completa interruzione dei pellegrinaggi e delle piccole attività che soprattutto i cristiani hanno creato a lato di essi, molti sono stati costretti all’esilio. Se vogliamo rinforzare la Terra Santa e assicurare il contatto vivo con i Luoghi Santi, occorre sostenere comunità cristiane che, nella loro varietà, offrano al Dio-con-noi la loro lode perenne, anche a nome nostro”.