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Don Sorrentino: "Bartolo Longo, uomo di preghiera e mistico"

AciStampa ha intervistato Don Salvatore Sorrentino della Prelatura di Pompei, autore di “Nel silenzio il sussurro di una voce. L’itinerario spirituale di Bartolo Longo”

Bartolo Longo | Bartolo Longo | Credit pd Bartolo Longo | Bartolo Longo | Credit pd

La notizia della canonizzazione di Bartolo Longo colpisce, stupisce e commuove. La notizia, pochi giorni fa. Mentre Papa Francesco è ricoverato presso il Policlinico Gemelli di Roma, ecco che il bollettino della Sala Stampa Vaticana reca l’annucio: “Il Santo Padre Francesco ha autorizzato il Dicastero delle Cause dei Santi a promulgare i Decreti riguardanti” alcuni futuri santi. Fra questi, un nome, spicca subito: Bartolo Longo, l’apostolo della Vergine del Rosario di Pompei. AciStampa ha raggiunto telefonicamente uno dei massimi studiosi del futuro santo: è don Salvatore Sorrentino, della Prelatura di Pompei, che svolge il suo servizio presso il Santuario. E’ autore inoltre del libro “Nel silenzio il sussurro di una voce” che ha come sottotilo “L’itinerario spirituale di Bartolo Longo” (Effatà Editrice, 2022). Quando si parla con Don Sorrentino si comprende quanta passione lo anima, quanta perizia nelle sue ricerche svolte presso l’Archivio del Santuario che per lui non conosce segreti, così come lo stesso Longo.

 

Don Sorrentino, come ha accolto la notizia? 

 

E’ stata un’emozione grandissima quando il nostro Vescovo, Monsignor Caputo, ha riunito il clero di Pompei, con le religiose, e tutto il popolo di Dio presso la cappella Bartolo Longo qui nel Santuario, per darci questa notizia che ci ha lasciato senza parole. In fondo, penso, che ancora devo realizzare il tutto: una gioia incontenibile che devo ancora metabolizzare! Una gioia che coinvolge tutti noi qui del Santuario e soprattutto i tanti, tantissimi fedeli legati a questo luogo mariano nato grazie al futuro santo. 

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Un santo che ha avuto una storia particolare. 

Sì, una storia particolare e importante. Uomo di grande intelligenza, ha frequentato gli ambienti dell’Università Federico II di Napoli, iscrivendosi alla facoltà di Giurisprudenza. Qui - nel 1862 - entra in contatto con i filosofi immanentisti e positivisti. Si allontana così dalla fede cristiana anche se è importante ricordare che il Santo Rosario rimaneva una pratica religiosa alla quale Longo non si è mai allontanato. 

 

Perché abbraccia allora lo spiritismo?

Il suo animo era spinto da una ricerca di verità. Voleva toccare - in una certa maniera - l’assoluto con le sue mani. In quel caso, lo spiritismo poteva essere uno “strumento” per arrivare a ciò, senza la “fatica” della fede. Ma questo lo portò fuori dai sacramenti. Anche se, ripeto, la pratica del Santo Rosario rimaneva per lui una pratica quotidiana. Questo dato è importante perché ci permette di comprendere che proprio grazie al Rosario, alla fine, la Grazia è riuscita a trovare una fessura per entrare nell'animo di Longo e riportarlo sulla retta via. E a noi uomini d’oggi ci dice: se facciamo operare la Grazia tutto è possibile. Se facciamo operare la Grazia, allora quest’ultima riesce a compiere in noi miracoli come la conversione. Così è accaduto a Bartolo Longo. La sua storia ci parla ancora oggi! 

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Quando pensiamo a Longo, non possiamo non pensare al famoso quadro della Vergine di Pompei. E , allora, le chiedo: perché attrae così tanto questa immagine? Perché ci si sente davanti a questa effige “figli di Maria”?

 

Possiamo dire che appena il quadro arrivò a Pompei, ecco "sgorgare" miracoli. Parlo soprattutto di conversioni! Il quadro diventa mediazione tra popolo di Dio e la Vergine: è stata questa la molla che ha creato questo particolare sentimento tra i fedeli e il quadro. Un quadro che - alla fine, sotto l’aspetto artistico - possiamo dire che, nel suo nascere, non era proprio un quadro “bellissimo” (dovremmo ricordare i diversi rimaneggiamenti avuti nei primi anni), eppure Longo ci dice che davanti a questo quadro le persone si sentono attratte, sentono nascere dentro di loro il desiderio di pregare in ginocchio. Le persone - confesso tante volte in Santuario - ci dicono spesso che si sentono accompagnati dalla Vergine di Pompei: trovano in lei, un’amica del cuore. 

 

Qual è l’elemento della biografia di Longo che la colpisce di più?

Molto spesso si pensa a Bartolo Longo come il “santo della carità”, delle opere. Questo è vero, assolutamente. Ma dobbiamo anche ricordare soprattutto che il fondamento, la sorgente da cui nasce tutto ciò che Longo ha creato è la preghiera. La contemplazione. E’ un dato che molto spesso viene tralasciato eppure è fondamentale per comprendere la sua vita, la sua esperienza religiosa che può definirsi - senza dubbio - mistica.