Roma , mercoledì, 5. marzo, 2025 17:22 (ACI Stampa).
La Chiesa apre la Quaresima - con il Mercoledì delle ceneri - senza Papa Francesco che dal 14 febbraio scorso è ricoverato presso il Policlinico Gemelli di Roma. A presiedere il rito, in sua vece, è il cardinale Angelo De Donatis, Penitenziare Maggiore, che ha condotto anche la tradizionale processione penitenziale dalla chiesa romana di Sant'Anselmo all'Aventino alla Basilica di Santa Sabina. Alla processione hanno partecipato Cardinali, Arcivescovi, Vescovi, i Monaci Benedettini della chiesa di Sant'Anselmo, i Padri Domenicani di Santa Sabina. Una tradizione lontana, che si perde nel tempo (San Gregorio Magno, nel VII secolo, diede inizio proprio nella chiesa di Santa Sabina ai riti della Quaresima con l'imposizione delle Ceneri alla presenza del Papa). Tradizione poi ripresa da Papa Giovanni XXIII nel 1962.
Ed è nella chiesa “di destinazione”, quella di Santa Sabina, che viene celebrata la Santa Messa con il Rito di benedizione e di imposizione delle ceneri. L'omelia di Papa Francesco è stata letta dallo stesso Cardinale De Donatis che prima di leggere il testo ha espresso la vicinanza a Papa Francesco: sentirsi uniti a Papa Francesco “in questo momento. Lo ringraziamo per l'offerta della sua preghiera e delle sue sofferenze per il bene della Chiesa e di tutto il mondo”. Poi, la lettura dell'omelia: “Le sacre ceneri, questa sera, verranno sparse sul nostro capo. Esse ravvivano in noi la memoria di ciò che siamo, ma anche la speranza di ciò che saremo. Ci ricordano che siamo polvere, ma ci incamminano verso la speranza a cui siamo chiamati, perché Gesù è disceso nella polvere della terra e, con la sua Risurrezione, ci trascina con sé nel cuore del Padre”, queste le prime parole del testo preparato da Papa Francesco.
Un cammino, quello della Quaresima che ci incammina “verso la Pasqua, tra la memoria della nostra fragilità e la speranza che, alla fine della strada, ad attenderci ci sarà il Risorto”. Poi, al centro del testo, il richiamo all'azione penitenziale del ricevere le ceneri sul capo che in quel chianarsi “verso il basso” è possibile intravedere l'azione dell'animo di “guardare a noi stessi, per guardarci dentro. Le ceneri, infatti, ci aiutano a fare memoria della fragilità e della pochezza della nostra vita: siamo polvere, dalla polvere siamo stati creati e in polvere ritorneremo”.