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Siamo chiamati a essere testimoni di Cristo con opere e parole. VIII Domenica del Tempo Ordinario

Il commento al Vangelo domenicale a cura di S. E. Monsignor Francesco Cavina

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"Il forno prova i vasi del vasaio, la prova dell'uomo si ha nel suo discorso. Il frutto dimostra come è coltivato l'albero, così la parola rivela il sentimento del cuore. Non lodare nessuno prima che abbia parlato, poiché questa è la prova degli uomini."

il Libro del Siracide oggi ci consegna una verità preziosa: Dio ci plasma con amore, come il vasaio con la sua creta. Ma arriva il momento del forno: il calore della sofferenza, delle sfide, delle tentazioni. Ed è lì che si vede la qualità della nostra fede e della nostra personalità. Ciò che siamo davvero emerge nel momento della prova: se il nostro cuore è puro, le parole che pronunciamo saranno limpide, piene di sapienza e di amore; se invece dentro di noi si annidano orgoglio, rancore e menzogna, anche il nostro parlare ne sarà lo specchio.

Il frutto dimostra come è stato coltivato lalbero. Se nutriamo la nostra anima con la Parola di Dio, se abbeveriamo le nostre radici alla sorgente della grazia sacramentale, allora porteremo frutti di bene, di misericordia, di giustizia. Ma se il nostro cuore è lasciato incolto, se trascuriamo la preghiera e la partecipazione ai sacramenti, inevitabilmente le nostre parole e le nostre azioni rispecchieranno unanima arida e disordinata.

Ecco perché il Siracide ci ammonisce: "Non lodare nessuno prima che abbia parlato". Perché è dalla bocca che esce la verità di un uomo. Quanto è facile lasciarsi ingannare dalle apparenze! Lodiamo chi ci sembra carismatico, affascinante, abile nel parlare, ma poi scopriamo che dietro le belle parole si nasconde lorgoglio. Oppure giudichiamo male chi è umile e silenzioso, senza accorgerci che proprio nelle sue parole semplici abita la sapienza di Dio.

Viviamo in unepoca in cui si parla tanto, forse troppo. Le parole scorrono rapide nei dialoghi, nei media, nei social network, spesso senza un vero controllo. Chiediamoci, allora, cosa dicono di noi le nostre parole? Edificano, confortano, portano la luce di Dio, oppure sono parole di giudizio, di scoraggiamento, di vanagloria, di confusione? Il nostro linguaggio è segno di un cuore in comunione con il Signore, oppure svela in noi ancora troppi angoli di durezza e di egoismo?

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Come cristiani, siamo chiamati a essere testimoni di Cristo non solo con le nostre opere, ma anche con le nostre parole. San Paolo ci ricorda che la nostra conversazione deve essere "sempre con grazia, condita con sale" (Col 4,6). Parlare con saggezza, con pazienza, con amore: questa è la prova della nostra maturità spirituale. Chiediamo al Signore di purificare il nostro cuore, perché solo un cuore puro genera parole pure. E ricordiamoci che la nostra missione non è solo quella di dire cose buone, ma di essere buoni, di lasciarci trasformare interiormente, affinché le nostre parole siano solo il riflesso della luce di Cristo che abita in noi.

Concludiamo la nostra riflessione con la preghiera scritta da san Tommaso d’Aquino per ottenere la purezza del cuore e la celeste sapienza

O Dio, dammi vigore con la grazia dello Spirito Santo; fa' che la mia forza interiore sia liberata da ogni eccesso e vizio, affinché possa custodire il mio cuore puro e la mia mente illuminata. Concedimi di evitare le tentazioni e di praticare la giustizia con perseveranza. Infondi in me la tua sapienza celeste, perché possa discernere il bene dal male e guidare i miei passi sulla via della rettitudine. Per Cristo nostro Signore. Amen.