Città del Vaticano , domenica, 13. marzo, 2016 12:15 (ACI Stampa).
Per il terzo anno di Pontificato, i volontari del dispensario di Santa Marta con alcuni anziani e nonni, distribuiscono il Vangelo a quanti sono accorsi all’Angelus. L’appello del Papa è sempre lo stesso: “Portate sempre una copia del Vangelo in tasca”. E al Vangelo del giorno, come di consueto, è dedicato l’Angelus di Papa Francesco: l’adultera che Gesù non condanna, e che per questo non viene lapidate. Un passo che al Papa piace "tanto leggere e rileggere". “Quella donna – dice Papa Francesco - rappresenta tutti noi, peccatori, cioè adulteri davanti a Dio, traditori della sua fedeltà. E la sua esperienza rappresenta la volontà di Dio per ognuno di noi: non la nostra condanna, ma la nostra salvezza attraverso Gesù. Lui è la grazia, che salva dal peccato e dalla morte”.
Spiega Papa Francesco che l’episodio “mette in luce il tema della misericordia di Dio, che non vuole mai la morte del peccatore, ma che si converta e viva”.
Papa Francesco racconta la scena: Gesù che insegna sulla spianata del tempio, l’arrivo degli scribe e dei farisei che trascinano davanti a lui una donna sorpresa in adulterio, che si trova così “in mezzo tra Gesù e la folla, tra la misericordia del Figlio di Dio e la violenza dei suoi accusatori”.
In realtà – dice il Papa – “essi non sono venuti dal Maestro per chiedere il suo parere, ma per tendergli un tranello. Infatti, se Gesù seguirà la severità della legge, approvando la lapidazione della donna, perderà la sua fama di mitezza e bontà che tanto affascina il popolo; se invece vorrà essere misericordioso, dovrà andare contro la legge, che Egli stesso ha detto di non voler abolire ma compiere”.
Ma Gesù non risponde subito, compie il gesto “misterioso” del chinarsi e mettersi a scrivere con il ditto per terra ("Forse faceva disegni, alcuni dicevano che scriveva i peccati dei farisei"), invitando così “tutti alla calma, a non agire sull’onda dell’impulsività, e a cercare la giustizia di Dio”.