Città del Vaticano , mercoledì, 16. marzo, 2016 17:00 (ACI Stampa).
Non è rimasta senza effetto la dichiarazione che Papa Francesco aveva fatto consegnare dell’arcivescovo Paul Richard Gallagher, “ministro degli Esteri vaticano”, al Sinodo permanente della Chiesa greco-cattolica ucraina, che si era riunita a Roma la scorsa settimana. Perché il riferimento allo “pseudo Sinodo di Lviv” contenuto nel documento non poteva non far ridestare il patriarcato di Mosca. Che contesta quella ricostruzione storica.
E allora il metropolita Hilarion, a capo del Dipartimento della Relazioni Estere del Patriarcato di Mosca, ha scritto lo scorso 11 marzo una lunga pubblicata sull’agenzia di stampa Interfax. Una nota stizzita, in cui si notava che “a dispetto della comprensione registrata su molti problemi vitali della modernità, profonde differenze restano fra gli ortodossi e i cristiano cattolici, in particolare la loro visione sulla storia comune piena di eventi tragici”.
“Una pietra di inciampo” – nelle parole di Hilarion – che “rovina i tentativi di stabilire un dialogo, di incrementare la comprensione reciproca e di raggiungere posizioni comuni”. E fa la lista degli eventi della storia recenti vista da Mosca, facendo sempre riferimento ai greco-cattolici ucraini come “uniati”, un termine dispregiativo con il quale i russi definiscono quanti sono in unione con Roma, dopo essere magari stati nel Patriarcato ortodosso. E la Chiesa greco-cattolica ucraina è considerata uniate perché era stata inglobata dal patriarcato di Mosca appunto con lo pseudo-sinodo di Lviv del 1946, nonostante fosse da sempre stata fedele a Roma (pur mantenendo la tradizione ortodossa) e perché poi questa era tornata alla sua tradizione nel momento in cui era potuta uscire dalle catacombe, con il dissolvimento dell’ “impero” sovietico nel 1989.
Lamenta Hilarion “la distruzione di tre diocesi ortodosse da parte degli Uniati dell’Ucraina orientale degli anni ‘90”, la “presa di diverse centinai di chiese, il fatto che i greco-cattolici abbiano spostato la sede centrale da Leopoli a Kiev, la “proliferazione di missioni uniati a Sud e a Est, terre inizialmente ortodosse”, e anche “l’appoggio degli uniati agli scismatici”, ovvero gli ortodossi delle chiese indipendenti ucraine.
Quest’ultimo si configura come un punto dolente in vista del Grande e Santo Concilio Pan-Ortodosso, che si dovrebbe celebrare a Creta dal 16 al 27 giugno prossimi. Proprio la celebrazione del Grande e Santo Concilio è stato uno dei motivi per cui il Patriarcato di Mosca ha accelerato il progetto di incontrare il Papa, nel tentativo di mostrarsi alla pari con il Patriarca Bartolomeo di Costantinopoli, che con Roma ha sempre avuto ottimi rapporti.