Dopo una settimana di ricovero i medici che hanno in cura il Papa hanno incontrato nel pomeriggio i giornalisti nell’atrio del Policlinico Gemelli. Hanno partecipato all’incontro il professor Sergio Alfieri, responsabile dell’equipe medica del Gemelli ed il dottor Luigi Carbone, medico referente del Papa in Vaticano.

“Non abbiamo nessuno scoop. Il Papa - ha detto il professor Alfieri - ha avuto una forma infettiva ed è stato inizialmente curato a casa dal dottor Carbone e dal signor Strappetti, suo infermiere personale. Altre persone di 88 anni guardano la tv, lui a 88 anni guida la chiesa e non si risparmia. Si è affaticato. I bollettini li scriviamo io e Luigi Carbone, equipe di infettivologi, gastroenterologi, cardiologi, pneumologi. I bollettini che scriviamo sono la sintesi dell’equipe medica e d’accordo col Papa ne diamo notizia. il Papa vuole che si dica la verità. Il Papa sta come un uomo di 88 anni, è stato possibile isolare microorganismi, ci sono virus, miceti e batteri. ci sono patologie croniche che si possono arginare. Il Papa mantiene il buon umore: stamane in poltrona, non è allettato, gli ho detto buongiorno santo padre ha risposto buon giorno santo figlio. Aveva pus con infezione delle vie respiratorie. all’inizio non vi era una polmonite, nei giorni successivi abbiamo notato con una tac una polmonite bilaterale che c’è ancora. Il Papa non è fuori pericolo, è aperta la porta a tutte e due le possibilità. Le terapie non sono facili da bilanciare. Il nostro non è un lavoro facile. l Papa ci ha chiesto di dire che lui è un uomo anziano con malattie croniche, la testa è quella di un uomo di 50 anni. La degenza sarà il tempo necessario perché possa tornare a Santa Marta in sicurezza. Lui intanto continua a lavorare, legge, firma documenti. Ha polmonite, sarà dimesso quando non saranno necessarie terapie ospedaliere. Se lo mandiamo a Santa Marta ricomincia a lavorare come prima. Rimarrà qui almeno tutta la prossima settimana. Sta meglio, ma la situazione può modificarsi. Qui al Gemelli è un paziente bravissimo. Il Papa non è attaccato a macchinari, alle volte ha un supporto di ossigeno ma ha un respiro spontaneo. Sa di essere in pericolo, il rischio può essere quello di una sepsi ovvero che i germi passino nel sangue. Ma oggi non c'è questa situazione".

“Il Papa - ha aggiunto il dottor Carbone - ha cronicità, come una bronchite asmatiforme che può riacutizzarsi, è un paziente fragile. Il Papa ha ritenuto opportuno di farsi curare a casa con ausilio di specialisti. Anche a Santa Marta vi erano specialisti. Il Papa è fragile e non è fuori pericolo basta pochissimo per avere squilibri. Lui tiene alla Chiesa, si è fatto curare anche a Santa Marta. Dobbiamo essere concentrati su questa fase il papa non è uno che molla. Il Papa risponde alle terapie che sono state potenziate e non cambiate”.