Roma , giovedì, 20. febbraio, 2025 12:30 (ACI Stampa).
Nei mesi scorsi si è svolto a Roma, in collaborazione con l'Ufficio Nazionale per l'educazione, la scuola e l'università, un seminario di studio sui giovani, intitolato 'Come mi conosci? ', in cui educatori ed esperti hanno indagato la complessità del mondo giovanile, come ha affermato il direttore dell'Ufficio per la pastorale della scuola della diocesi di Macerata, don Giacomo Pompei , aiutante di studio dell'Ufficio nazionale Scuola, religione per l'educazione, la scuola e l'università: “Stare di fronte a loro senza paura di vederli per quello che sono, senza paura di essere a volte delusi, senza paura di andarli a incontrare là dove sono”.
Durante il convegno la prof.ssa Vera Lomazzi , docente di sociologia generale all'Università di Bergamo, aveva sottolineato il desiderio dei giovani per una ricerca di senso: “Nei ragazzi e nelle ragazze del nostro paese, secondo la ricerca European Values Studies, è forte la dimensione della ricerca di senso e anche il tentativo di andare un po' al di là di se stessi. E' un dato molto importante, perché lo vediamo in tante dimensioni valoriali, non solo nella dimensione religiosa ma anche nella famiglia, nel lavoro e nell'impegno nella solidarietà…
Credo sia importante cogliere questa forte richiesta di guida che c'è dietro alla ricerca di senso che emerge. Oltre a essere testimoni credibili nei propri ruoli all'interno della comunità, chi educa è fondamentale che proporre esperienze in cui sentirsi riconosciuto come persona, protagonista non solo del proprio futuro ma che attivamente può contribuire al futuro collettivo”.
Per questo la prof.ssa Cecilia Costa , docente di sociologia dei processi culturali all'Università di Roma Tre, ha proposto di offrire spazi e tempi ai ragazzi per una maggiore responsabilità: “Si può partire dall'offrire più spazio e più tempo ai ragazzi per dare la loro parola, far esporre le loro idee, i loro progetti perché li vediamo spesso bloccati nell'esprimersi. Possono così prendere consapevolezza delle loro potenzialità e assumersi delle responsabilità”.
Responsabilità a cui gli adulti devono partecipare con riferimenti 'certi': “Agli adulti è chiesto di offrire loro dei contenuti sostanziosi che siano dei riferimenti certi nei loro percorsi, altrimenti in questa società così frammentata il rischio è che i giovani si perdano. Regna una cultura dell'eterno presente che non aiuta a costruire dei progetti. Si agisce sulla contingenza, in base al sentire, ai bisogni immediati”.