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La Resurrezione, cuore della fede. VI Domenica del Tempo Ordinario

Il commento al Vangelo domenicale di S. E. Mons. Francesco Cavina

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Il brano della seconda lettera della Santa Messa di questa Domenica, tratto dalla Prima Lettera ai Corinzi ci porta dritti al cuore della nostra fede, la resurrezione di Cristo! San Paolo, con il suo stile incisivo, affronta una questione fondamentale: "Se Cristo non è risorto, è vana la vostra fede" (1Cor 15,17). Questo non è un dettaglio secondario, dunque, ma il fondamento di tutto! Senza la risurrezione, il Vangelo racconterebbe solo una storia più o meno interessante che comunque si è conclusa con un fallimento. Ma la verità è un’altra: Cristo è veramente risorto! La resurrezione di Cristo è la nostra gioia, la nostra speranza, la certezza che sostiene tutta la nostra vita.

C’è chi dice che la risurrezione sia solo un simbolo di speranza, una metafora di rinascita. Ma gli apostoli non hanno dato la loro vita per una metafora! Loro, infatti, hanno visto Gesù vivo dopo la sua morte, con Lui hanno parlato, con Lui hanno mangiato.  San Paolo ci ricorda che il Risorto apparve prima a Pietro, poi ai Dodici e poi a più di cinquecento fratelli insieme! (1Cor 15,3-6). Come si spiega che così tante persone abbiano testimoniato la stessa cosa senza essere smentite?

E ancora: il mattino di Pasqua, alcune donne andarono al sepolcro e lo trovarono vuoto. Se qualcuno avesse rubato il corpo di Gesù, i suoi nemici lo avrebbero subito mostrato per fermare la predicazione degli apostoli. Ma non lo fecero, perché il corpo di Gesù non era più nella tomba e neppure era stato rubato.

Dopo la morte di Gesù, i discepoli erano impauriti e dispersi. Ma dopo aver incontrato il Risorto, divennero uomini nuovi, capaci di affrontare persecuzioni e persino il martirio. Perché? Perché avevano visto Cristo vivo! Come scrive Sant’Agostino: "Nessuno crederebbe alle parole di pochi pescatori, se questi non avessero mostrato con la loro vita e la loro morte la verità della risurrezione."

Secoli dopo, anche Blaise Pascal, filosofo e scienziato, affermava: "Credo nelle testimonianze di coloro che si fanno sgozzare" (Pensieri, 322). Gli apostoli non avevano nulla da guadagnare, ma tutto da perdere… eppure hanno dato la loro vita per annunciare la vittoria di Cristo sulla morte. Questo è il segno più grande che la risurrezione non è un’invenzione, ma una realtà!

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Se Cristo è risorto, la nostra vita, allora, ha un senso! Il male e la morte non hanno l’ultima parola. La sofferenza, il dolore, il peccato non sono più barriere insormontabili, perché Cristo ha aperto per noi la porta della vita eterna. Lui è il Primogenito di una moltitudine di fratelli e questi fratelli sono tutti coloro che accolgono la sua amicizia e, mediante la preghiera, la partecipazione ai sacramenti e la carità fraterna, rimangono in essa. Uniti a Lui anche noi risorgeremo. Noi siamo già salvati! Possiamo vivere ogni giorno con fiducia, oso dire con serena letizia, perché sappiamo che il traguardo finale è già pronto. Non camminiamo nel buio, ma verso una luce meravigliosa che ci attende.

Ripetiamo allora con gioia le parole che da duemila anni risuonano nel cuore della Chiesa e cambiano la vita di chi si lascia affascinare da Cristo:

Cristo è risorto! È veramente risorto! Alleluia!