Città del Vaticano , martedì, 15. marzo, 2016 9:00 (ACI Stampa).
Diritti riproduttivi, l’alt della Santa Sede: il Cardinal Peter Turkson, presidente del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace, ha sottolineato in una conferenza a Roma che “nel momento in cui ha adottato gli attuati obiettivi dello Sviluppo Sostenibile, la Santa Sede ha rifiutato l’interpretazione unidimensionale della salute riproduttiva che richiede una promozione ideological della contraccezione e dell’aborto”.
Il tema è dirimente. Da sempre, la Santa Sede si batte per fermare la diffusioen del concetto di “Salute sessuale e riproduttiva”, un eufemismo che usano le agenzie ONU per nascondere l’agenda pro-aborto. Ma la recente adozione degli obiettivi di Sviluppo Sostenibile alle Nazioni Unite ha visto anche la pressione perché in questi obiettivi fossero inserite subdolamente delle agende pro-aborto. Un fatto che la Santa Sede ha rifiutato anche nel momento in cui gli obiettivi erano in discussion.
Il Cardinal Turkson ribadisce questo rifiuto. Lo fa in un discorso dell’8 marzo, tenuto di fronte a una conferenza organizzata a Roma da World Youth Alliance. Tra le iniziative della WAY, un programma che si focalizza sulla comprensione della dignità della persona, destinato a persone che vanno dai 4 ai 18 anni di età, e che punta a sviluppare una maggiore comprensione dell’antropologia umana come chiave per l’etica morale e sessuale. Il programma punta ad una implementazione degli obiettivi di sviluppo sostenibile proprio per allargare la questione dei temi dell’educazione sessuale e della salute riproduttiva delle donne.
Sottolinea il Cardinal Turkson: “Andiamo oltre il sostegno alle proposte basate sulla persona, verso lo sviluppo di programmi che possono incontrare gli urgenti e basici bisogni delle persone nel mondo”.
Non c’è una singola prospettiva, come dice Papa Francesco nella Laudato Si, e dunque gli stessi obiettivi di sviluppo sostenibile non possono essere visti in maniera unidimensionale, dice il Cardinal Turkson.