Milano , giovedì, 13. febbraio, 2025 14:00 (ACI Stampa).
Ieri sera Monsignor Mario Delpini, Arcivescovo di Milano, ha presieduto in Duomo la Messa per il 20/mo anniversario della morte di Don Luigi Giussani, fondatore di Comunione e Liberazione, avvenuta il 22 febbraio 2005. Commentando il brano evangelico della moltiplicazione dei pani e dei pesci, l’Arcivescovo ha posto l’accento sul numero 7: i 7 pani e le 7 sporte avanzate. Il numero della inadeguatezza ma anche della sovrabbondanza.
“La storia del movimento di Comunione e Liberazione – ha detto nell’omelia - è ancora una conferma di quest'opera di Dio, della fecondità, dell'affidamento al Signore Gesù che è stato il centro dell'insegnamento e della testimonianza di Don Giussani. Perciò si potrebbe forse dire che noi siamo quelli del numero 7. Quelli del numero 7 sono quelli disponibili alla conversione nell'incontro con Gesù. Per la sua parola e la sua grazia si convertono dalla indifferenza alla compassione, all'autoreferenzialità alla docilità, dal giudizio sprezzante al discernimento benevolo, dallo scoraggiamento alla fiducia e allo stupore, quelli del numero 7 si convertono. Quelli del numero 7 sono quelli che vivono la docilità operosa, non hanno un loro programma, ma si prestano con prontezza e generosità al servizio della compassione di Gesù. Si danno da fare e mi immagino che facendo si entusiasmano, si rendono conto delle meraviglie che il Signore sa operare, distribuiscono ogni pane come un segno di sollecitudine”.
“Quelli del numero 7 – ha detto ancora l’Arcivescovo Delpini - si rendono conto che non mancano di nulla. Quelli del numero 7 sono quelli che non buttano via niente. Ogni singolo frammento deve essere raccolto, ogni piccola cosa è un dono e un segno e una testimonianza. Non c'è niente di così piccolo che non sia utile, non c'è nessuno così povero o così sbagliato che sia insignificante che possa essere scartato”.
“Il numero 7 – ha concluso - descrive tutti gli aspetti della vita cristiana attraverso i sacramenti, le opere di misericordia, le virtù da praticare, i vizi da evitare. Quelli del numero 7 sono quelli che praticano l'arte di tenere insieme, l'abbracciare tutti, del fare delle differenze la ricchezza di cui sovrabbondare anche dentro la complessità delle nostre comunità. Le differenze e i punti di vista diversi del movimento di Comunione e Liberazione e dei movimenti nella Chiesa e delle sensibilità nella spiritualità cristiana. Ecco, tutti, tutti stanno dentro nel numero 7, noi siamo quelli del numero 7. Il numero che dice la nostra povertà e dice la sovrabbondanza. Queste caratteristiche di quelli del numero 7 possono facilmente riconoscersi nell’esperienza di fede e nella vita e nella testimonianza di Don Giussani”.