Advertisement

Il 17 maggio, il gesuita Profittlich sarà il primo beato di Estonia

Il vescovo tedesco, amministratore apostolico di Tallinn, fu portato via dai sovietici e non fece più ritorno. La sua beatificazione avrà luogo il 17 maggio, celebrata dal Cardinale Christoph Schoenborn

Vescovo Eduard Profittlich | Il vescovo Eduard Profittlich, SJ, che sarà beatificato il 17 maggio | da Gesuiti.it Vescovo Eduard Profittlich | Il vescovo Eduard Profittlich, SJ, che sarà beatificato il 17 maggio | da Gesuiti.it

L’ultima volta che fu visto in vista, l’arcivescovo Eduard Profittlich, gesuita, era in ginocchio nell’atrio della sua cattedrale, quella dei Santi Pietro e Paolo di Tallinn, in Estonia. Fu poi deportato nei gulag e della sua sorte non si seppe più nulla per almeno cinquanta anni. È stato poi appurato che morì il 22 febbraio 1942, a 51 anni, nel carcere di Kirov, prima che potesse essere eseguita la sua condanna a morte. Papa Francesco ne ha riconosciuto il martirio il 18 dicembre 2024, e il 9 febbraio la diocesi di Tallinn ha annunciato che la beatificazione avrà luogo il 17 maggio 2025.

Arriverà come inviato del Papa il Cardinale Christoph Schoenborn, arcivescovo emerito di Vienna, e con la cerimonia di beatificazione si coronerà il centenario dell’amministrazione apostolica di Tallinn, che nel momento in cui stava per compiere un secolo è stata elevata da Papa Francesco al rango di diocesi.

Diffondendo la notizia della prossima beatificazione, Marge-Marie Pass, postulatrice della beatificazione, ha sottolineato che si tratta “di un evento storico per l’Estonia e per il popolo estone. L’arcivescovo Eduard Profittlich, seguendo il suggerimento del Papa e rimanendo fedele a se stesso e a Dio, decise di condividere il destino comune di così tanti estoni. Rimase in Estonia con la gente e la Chiesa che amava tanto e, anche se ebbe l’opportunità di partire per la sua nativa Germania, rimase fedele alla sua vocazione e a Dio fino alla fine. Tuttavia, questo gli costò il martirio nella prigione di Kirov, nella Russia sovietica.”

Nato nel 1890, sacerdote dal 1922, il vescovo Profittlich aveva fatto gli studi nell’allora neonato Pontificio Istituto Orientale, fu missionario in Polonia dal 1924 al 1925 in Polonia, poi ad Opole, una città tedesca con una forte immigrazione polacca, dal 1928 al 1930 nella parrocchia polacca di Amburgo, sempre in Germania.

Nel 1930, fu nominato parroco della Chiesa dei Santi Pietro e Paolo all’arcivescovo Antonio Zecchini. Nel 1931, Profittlich fu nominato amministratore apostolico di Estonia. E lì cominciò un grande lavoro di evangelizzazione, pubblicando il primo settimanale della Chiesa in lingua estone, che toccò soprattutto l’intellighentsia locale. Quindi, stabilì molte parrocchie in tutta l’Estonia, con l’aiuto anche di dieci sacerdoti cattolici e delle suore polacche e ceche. Profittlich lavoro molto per l’educazione della gioventù.

Advertisement

Nel 1936, dopo che era stato confermato lo status di amministrazione apostolica per l’Estonia, Profittlich fu nominato vescovo. Nel 1939 cominciò la Seconda Guerra Mondiale, e il vescovo Profittlich decise di rimanere in Estonia, anche dopo l’occupazione sovietica. Molti sacerdoti furono perseguitati, per tre volte Profittlich andò nell’ambasciata tedesca per avere dei visti su alcuni sacerdoti e suore cattolici di Germania imprigionata dai sovietici. Descrisse anche la situazione in una lettera al Papa. Tutto questo attivismo gli costò comunque l’arresto da parte dei sovietici.

Nel giugno 1941, Profittlich fu prelevato nel suo appartamento, appena fuori dalla cattedrale. E lui chiese di poter trascorrere un ultimo momento nella Chiesa, per rimanere vicino al tabernacolo per pregare. A sorpresa, i comunisti lo concessero. E così, Profittlich si inginocchiò davanti l’altare e pregò per la comunità cattolica di Estonia.

La notizia dell’arresto si diffuse subito, anche perché la mattina dopo il suo arresto c’era la Messa e la sua assenza si notò subito. Anche perché Profittlich aveva in pratica, costruito la Chiesa Cattolica in Estonia: quando arrivò nel Paese c’erano solo 2 preti, ma 10 anni dopo, nel 1939, c’erano 14 sacerdoti.

Dal giorno del suo arresto, per quasi cinquant'anni c’è stata molta incertezza riguardo la sorte di Eduard Profittlich. Si ipotizzò fosse ad Ufa, poi a Kazan, ma senza prove concreta. Fino all’inizio degli Anni Novanta, tutte le indagini furono infruttuose.

Soltanto in occasione della proclamazione della rinnovata indipendenza dell'Estonia, il 30 marzo 1990, la Corte suprema estone informò la parrocchia cattolica di Tallinn, il 12 giugno 1990, che Eduard Profittlich, condannato a morte il 21 novembre 1941 e morto il 22 febbraio 1942 nel luogo della sua prigionia a Kirov, era stato completamente riabilitato. È stato così concesso il permesso di visionare la parte pubblica dei verbali degli interrogatori, delle dichiarazioni dei testimoni e degli atti del tribunale, in modo da ricostruire gli ultimi mesi di vita dell'arcivescovo.

Profittlich fu interrogato per diverse ore, perlopiù di notte, il 2, 21 e 22 agosto, il 29 settembre, il 2 e il 14 ottobre 1941. Quindi, a Kirov fu redatto l’atto di accusa. Il vescovo era incriminato per "agitazioni antisovietiche" durante le funzioni religiose, sfruttando "i sentimenti religiosi delle masse" e fomentando "l'odio contro il potere sovietico e il Partito comunista". Fu anche accusato di “diffondere disfattismo”, “false segnalazioni di rapide vittorie tedesche e sconfitte sovietiche durante la seconda guerra mondiale” e “assistenza all’emigrazione del personale della chiesa cattolica”.

More in Europa

Profittlich aveva spesso visitato l’ambasciata tedesca, e dunque uno dei punti chiave dell’incriminazione era proprio l’accusa di spionaggio. Dopo ulteriori interrogatori e il confronto con un compagno di prigionia che aveva riferito di presunte "conversazioni antisovietiche", il giudice istruttore responsabile volle interrompere il procedimento penale contro Eduard Profittlich il 17 ottobre 1941, "perché non c'è colpevolezza".

Il 25 ottobre 1941, tuttavia, l'NKVD riassunse nuovamente tutte le accuse sopra menzionate e le consegnò al tribunale di Kirov. In un altro interrogatorio, il 21 novembre 1941, Eduard Profittlich dichiarò: "Quando in Estonia fu introdotto il potere sovietico, non reagii in modo amichevole, perché come sacerdote sapevo che il potere sovietico era contro la religione e che non esisteva libertà di parola o di religione [...]. Durante le mie omelie invitavo la gente a non ascoltare coloro che negano Dio, ma a pensare alla Chiesa e a pregare per coloro che sono perseguitati per motivi religiosi. Non credo che sia propaganda, è la verità!"

La Corte confermò quindi tutte le accuse e condannò il vescovo Profittlich a cinque anni di prigione in un campo di lavoro e di pena dell'NKVD "per assistenza illegale all'emigrazione del personale della chiesa cattolica" e alla morte per fucilazione senza confisca dei beni "per attività controrivoluzionarie e agitazione nella chiesa".

Sebbene il verdetto fosse considerato “definitivo”, fu ammesso un ricorso “entro 72 ore alla Corte Suprema”, che Eduard Profittlich presentò il 23 novembre 1941. Nel ricorso, il vescovo assicurava che "soggettivamente e oggettivamente tutto ciò che ho detto non era né propaganda né agitazione controrivoluzionaria e non ho mai voluto dire o fare nulla che potesse danneggiare l'Unione Sovietica".

Poiché non si considerava colpevole, valutava la testimonianza del suo compagno di prigionia contro di lui come "molto poco chiara e incerta" e "giudicava che i fatti [fossero] interpretati diversamente dalle autorità", Eduard Profittlich chiese infine perdono e una "sentenza più mite", prima di perdonare finalmente i suoi persecutori e aguzzini.

Con questo ricorso, redatto in estone, e con la conferma che Eduard Profittlich aveva ricevuto la sentenza, si concludeva la parte “pubblica” dei documenti.

L’appendice segreta dei documenti fu accessibile per la prima volta solo il 4 settembre 1998 fu possibile dare un'occhiata all'appendice fino a quel momento "segreta". Si è scoperto che il ricorso di Eduard Profittlich era stato respinto dalla Corte Suprema dell’Unione Sovietica il 16 gennaio 1942. Non erano disponibili altri documenti che potessero provare che Eduard Profittlich stesso avesse ricevuto questa decisione o che fossero state intraprese ulteriori azioni a Kirov.

Tuttavia, c'era una lettera non specificata, contrassegnata come "top secret", che confermava la decisione della Corte Suprema a livello della Confederazione Sovietica il 24 aprile 1942. Eduard Profittlich non era più in vita a quel tempo. Senza ulteriori tentativi di sfuggire alla sofferenza e al dolore della persecuzione, morì, completamente esausto, ma cosciente, il 22 febbraio 1942.

In una lettera di addio, Eduard Profittlich chiese alla sua congregazione di pregare "affinché Dio non mi neghi la sua grazia in futuro, affinché io possa rimanere fedele alla mia alta, santa vocazione e al mio compito in tutto ciò che può venire, e possa dare tutta la mia forza vitale e, se è la sua santa volontà, anche la mia vita, per Cristo e il suo regno". E aggiunse: "Quella sarebbe la conclusione più bella della mia vita".

Il 7 maggio 2000, durante la commemorazione dei testimoni della fede del XX secolo, Papa Giovanni Paolo II lo definì un “esempio luminoso” e una “preziosa eredità” che “può sostenere tutti noi credenti affinché possiamo esprimere con altrettanta intensità il nostro amore per Cristo”.

Le iniziative su Profittlich si sono moltiplicate negli scorsi mesi. Il suo profilo è inserito tra i martiri del XX secolo in una raccolta pubblicata in Polonia. Mentre una lettera di Profittlich alla sua famiglia è stata invenuta recentemente. La lettera, datata 8 febbraio 1941, raccontava alla famiglia i rischi che l’arcivescovo avrebbe corso quando l’Unione Sovietica avrebbe annesso l’Estonia.

Profittlich scriveva che “è opportuno che un pastore rimanga con il suo gregge e condivida le sue gioie e i suoi dolori”. E aggiungeva: "So che Dio è con me. La mia vita, e se dovesse essere la mia morte, sarà vita e morte in Cristo. Ed è davvero molto bello”. La lettera giunse ai parenti solo molti anni dopo.

Advertisement

La causa di beatificazione è stata lunghissima, è durata 21 anni, ed è stata avviata, dalla Conferenza Episcopale della Federazione Russa il 30 gennaio 2002. Dopo che la Congregazione delle Cause dei Santi ha concesso il “nihil obstat”, sotto il titolo “Causa Beatificationis seu Declarationis Martyrii Servorum Dei Eduardi Profittlich Archiepiscopi titularis Hadrianopolitani in Haemimonto Administratoris Apostolici Estoniensis, ex Societate Iesu et XV Sociorum” , il 31 maggio 2003 a San Pietroburgo fu aperto solennemente il processo di beatificazione . Postulatore è stato nominato il prelato Bronislaw Czaplicki (Katowice /San Pietroburgo) , vice-postulatore è stato nominato Lambert Klinke (Giessen) .

 Nel 2014, con decreto della Santa Sede, il processo di beatificazione è stato trasferito all'Amministrazione Apostolica in Estonia. L'amministratore apostolico, il vescovo Philippe Jourdan, ha avviato la parte diocesana del processo nel 2017, che si è protratta fino al 2019. I risultati del processo diocesano furono poi consegnati alla Congregazione. Da allora, il processo è proseguito a Roma, fino al riconoscimento del martirio.