Roma , mercoledì, 12. febbraio, 2025 12:30 (ACI Stampa).
La speranza corre sul filo, anche quello da cucito. Nell'anno del Giubileo della speranza prende il via “Fili di speranza”, un progetto di solidarietà e imprenditorialità femminile che si articola in un laboratorio di sartoria, promosso dall’associazione Terra e Missione in collaborazione con le Caritas diocesane di Porto-Santa Rufina e di Civitavecchia-Tarquinia per “ricucire” la propria vita attraverso un percorso professionale e uno spazio di ascolto e condivisione.
L’idea del segno giubilare di speranza portato avanti nelle due diocesi nasce tre anni fa nella Parrocchia Santa Maria del Rosario di Ladispoli (Roma), grazie a Terra e Missione Aps e alla confraternita Santa Maria del Rosario con la collaborazione di Caritas Porto-Santa Rufina e dell’ente di formazione Ciofs FP Lazio ETS.
La prima edizione era dedicata a donne disoccupate o migranti, la seconda si è aperta anche alla missione in Camerun, grazie al gemellaggio con la Fondazione Thouret delle Suore della Carità di santa Giovanna Antida che operano a Ngaoundal, nel Nord del Paese. Alla fine del percorso le allieve africane hanno ricevuto, oltre al diploma di fine corso, anche una macchina da cucire e del materiale in tessuto, per rendersi in qualche modo autonome e cominciare a lavorare per la famiglia, e per la comunità. Per l’edizione 2025 il corso propone una formazione di cucito avanzato, pensato per consolidare le competenze e avvicinare le allieve a confezionare capi e accessori personalizzati, oltre a proporre un nuovo laboratorio dedicato al lavoro a maglia.
A settembre ci sarà la sfilata di fine corso con gli abiti realizzati dalle allieve dei due corsi gemellati a Ladispoli e a Ngaoundal, in Camerun: le allieve italiane realizzano una parte del lavoro e le allieve africane lo completano. I capi realizzati sono pezzi unici e attenti all’ambiente. Risaltano nella ultima collezione le camicie realizzate con i tessuti “Ndop”, che presentano forme geometriche di valore simbolico per la tribù locale dei Bamiléké, ma anche diversi accessori con un’impronta di carbonio minima, grazie al riciclo degli scarti tessili. Il ricavato delle attività è destinato a coprire i costi degli eventi e a finanziare il corso di cucito di Ladispoli e del Camerun.
E spesso dai corsi di cucito si passa ai corsi di catechesi come nel caso di Angela 33 anni che a Pasqua riceverà i sacramenti con suo marito Giulio presso la parrocchia di santa Maria del Rosario a Ladispoli.