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Papa Francesco, San Giuseppe e la capacità di "sognare i sogni di Dio"

Stamane, all'Udienza generale in Aula Paolo VI

Papa Francesco all'Udienza generale | Papa Francesco all'Udienza generale | Credit Vatican Media Papa Francesco all'Udienza generale | Papa Francesco all'Udienza generale | Credit Vatican Media

 

Aula Paolo VI in Vaticano. E' Mercoledì, il giorno della consueta Udienza generale.  Papa Francesco riprende il nuovo ciclo di catechesi che si svolgerà lungo l’intero Anno Giubilare. Nel titolo delle catechesi, tutto: “Gesù Cristo nostra speranza”. Le Letture: il Vangelo di Matteo (cap 1,18-21). 

 

E’ lo sguardo dell’Evangelista Matteo a fare da incipit alla catechesi del Papa:“Matteo si pone nella prospettiva di Giuseppe, l’uomo che assume la paternità legale di Gesù, innestandolo sul tronco di Iesse e collegandolo alla promessa fatta a Davide. Gesù, infatti, è la speranza di Israele che si compie: è il discendente promesso a Davide che rende la sua casa «benedetta per sempre»”, con queste parole Papa Francesco comincia la sua catechesi rivolta ai pellegrini radunati nella Sala Nervi, l’aula Paolo VI, in Vaticano.  E continua:  “Giuseppe entra in scena nel Vangelo di Matteo come il fidanzato di Maria. Per gli ebrei il fidanzamento era un vero e proprio legame giuridico, che preparava a ciò che sarebbe accaduto circa un anno dopo, cioè la celebrazione del matrimonio”. Era poi tradizione che la donna passasse “dalla custodia del padre a quella del marito, trasferendosi in casa con lui e rendendosi disponibile al dono della maternità”.

 

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Per la storia di Giuseppe e Maria però avviene qualcosa di straordinario: “Giuseppe scopre la gravidanza di Maria e il suo amore viene messo duramente alla prova”. L’attenzione di Papa Francesco è catturata dal come venga descritto questo episodio: “Matteo definisce Giuseppe come «giusto» (zaddiq), un uomo cioè che vive della Legge del Signore, che da essa trae ispirazione in ogni occasione della sua vita”. Papa Francesco, allora, evidenzia che “Giuseppe agisce ponderatamente: non si lascia sopraffare da sentimenti istintivi e dal timore di accogliere con sé Maria, ma preferisce farsi guidare dalla sapienza divina. Sceglie di separarsi da Maria senza clamori, cioè privatamente”.

 

Giuseppe, esempio di saggezza. Ed è grazie proprio a questa che non sbaglia, rendendosi “aperto e docile alla voce del Signore, che risuona in lui attraverso il canale del sogno”. Ma di quale sogno si tratta? E’ Papa Francesco a rispondere: “Sogna il miracolo che Dio compie nella vita di Maria, e anche il miracolo che compie nella sua stessa vita: assumere una paternità capace di custodire, di  proteggere e di trasmettere un’eredità materiale e spirituale”.

 

La catechesi si chiude con un’esortazione-preghiera: “Chiediamo anche noi al Signore la grazia di ascoltare più di quanto parliamo, di sognare i sogni di Dio e di accogliere con responsabilità il Cristo che, dal momento del battesimo, vive e cresce nella nostra vita”.

 

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