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Papa Francesco, tutti insieme per comunicare la "forza poetica del Vangelo"

L'udienza ai Vescovi presidenti delle Commissioni di Comunicazione e direttori nazionali degli Uffici di Comunicazione

Papa Francesco | Papa Francesco | Credit Vatican Media Papa Francesco | Papa Francesco | Credit Vatican Media

“Ci incontriamo oggi, dopo aver celebrato il Giubileo del Mondo della Comunicazione, per fare insieme una verifica e anche un esame di coscienza. Fermiamoci ancora a riflettere sul modo concreto in cui comunichiamo, animati dalle fede che, come è scritto nella Lettera agli Ebrei, è fondamento delle cose che si sperano e prova di quelle che non si vedono” così Papa Francesco ha salutato i Vescovi presidenti delle Commissioni di Comunicazione e direttori nazionali degli Uffici di Comunicazione, partecipanti all'Incontro promosso dal Dicastero per la Comunicazione, accolti in udienza nella Sala Clementina in Vaticano. 

Il Papa si chiede: “in che modo seminiamo speranza in mezzo a tanta disperazione che ci tocca e ci interpella? Come curiamo il virus della divisione, che minaccia anche le nostre comunità? La nostra comunicazione è accompagnata dalla preghiera? O finiamo con il comunicare la Chiesa adottando soltanto le regole del marketing aziendale?”. Poi, continua ancora con delle domande: “Sappiamo testimoniare che la storia umana non è finita in un vicolo cieco? E come indichiamo una diversa prospettiva verso un futuro che non è già scritto? A me piace questa espressione scrivere il futuro. Tocca a noi scrivere il futuro. Sappiamo comunicare che questa speranza non è un’illusione? La speranza non delude mai; ma sappiamo comunicare questo? Sappiamo comunicare che la vita degli altri può essere più bella, anche attraverso di noi? Io posso, da parte mia, dare bellezza alla vita degli altri? E sappiamo comunicare e convincere che è possibile perdonare?”. 

 

“Comunicazione cristiana è mostrare che il Regno di Dio è vicino: qui, ora, ed è come un miracolo che può essere vissuto da ogni persona, da ogni popolo” continua il Pontefice. Si sofferma sul significato del  Regno di Dio che “viene anche attraverso la nostra imperfezione”, precisa sempre Papa Francesco. 

 

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E poi incoraggia “a rafforzare la sinergia fra di voi, a livello continentale e a livello universale. A costruire un modello diverso di comunicazione, diverso per lo spirito, per la creatività, per la forza poetica che viene dal Vangelo e che è inesauribile. Comunicare, sempre è originale. Quando noi comunichiamo, noi siamo creatori di linguaggi, di ponti. Siamo noi i creatori”. 

 

Poi si sofferma su due parole chiave: insieme e rete. La prima: “Solo insieme possiamo comunicare la bellezza che abbiamo incontrato: non perché siamo abili, non perché abbiamo più risorse, ma perché ci amiamo gli uni gli altri”. La seconda, la “rete”: “Fare rete è mettere in rete capacità, conoscenze, contributi, per poter informare in maniera adeguata e così essere tutti salvati dal mare della disperazione e della disinformazione. Questo è già un messaggio, è già di per sé una prima testimonianza”.

 

Riguardo, poi, allla tematica dell’intelligenza artificiale il Pontefice si dichiara preoccupato piuttosto di “quella naturale, quell’intelligenza che noi dobbiamo sviluppare. Quando ci sembra di essere caduti in un abisso, guardiamo oltre, oltre noi stessi. Nulla è perduto; sempre si può ricominciare, nell’affidarsi gli uni agli altri e tutti insieme a Dio, è il segreto della nostra forza comunicativa”.

 

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