Città del Vaticano , sabato, 25. gennaio, 2025 18:15 (ACI Stampa).
"Ci crediamo nella comunione tra di noi?" La domanda di Papa Francesco risuona nella basilica di San Paolo fuori le Mura nella celebrazione dei Secondi Vespri della solennità della Conversione di San Paolo Apostolo, a conclusione della 58.ma Settimana di Preghiera per l’Unità dei Cristiani sul tema: Credi tu questo? (cf. Gv11, 26).
Nella sua riflessione il Papa rilegge il Vangelo della resurrezione di Lazzaro. "Anche nei momenti di profonda desolazione, non siamo soli e possiamo continuare a sperare" dice il Papa e quindi anche se "a volte siamo sopraffatti dalla fatica, siamo scoraggiati per i risultati del nostro impegno, ci sembra che anche il dialogo e la collaborazione tra di noi siano senza speranza, quasi destinati alla morte e, tutto ciò, ci fa sperimentare la stessa angoscia di Marta; ma il Signore viene".
La speranza non delude mai dice il Papa. É una corda con un'ancora cui ci aggrappiamo. Papa Francesco ricorda anche il 1700° anniversario del primo grande Concilio ecumenico, il Concilio di Nicea che "si impegnò a preservare l’unità della Chiesa in un momento molto difficile, e i Padri conciliari approvarono all’unanimità il Credo che molti cristiani recitano ancora oggi ogni domenica durante l’Eucaristia". Un anniversario che è "un’opportunità per tutti i cristiani che recitano lo stesso Credo e credono nello stesso Dio: riscopriamo le radici comuni della fede, custodiamo l’unità!" Cita un teologo ortodosso che ricorda l'importanza di lavorare insieme.
Si tratta di una sfida di testimonianza e ricorda che "provvidenzialmente, quest’anno, la Pasqua sarà celebrata nello stesso giorno nei calendari gregoriano e giuliano, proprio durante questo anniversario ecumenico. Rinnovo il mio appello affinché questa coincidenza serva da richiamo a tutti i cristiani a compiere un passo decisivo verso l’unità, intorno a una data comune per la Pasqua" E il Papa conclude. "Nell'attesa che il Signore “torni nella gloria per giudicare i vivi e i morti” non stanchiamoci mai di testimoniare, davanti a tutti i popoli, l’unigenito Figlio di Dio, fonte di ogni nostra speranza".
Prima della benedizione il cardinale Koch presidente del dicastero per l'Unità dei Cristiani ringrazia per la presenza delle varie confessioni cristiane e la Comunità di Bose che ha curato i testi per Settimana di Preghiera.