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Letture: reliquie, santi, ossa e pellegrinaggi una storia tutta da rileggere

Un saggio che si legge come un romanzo

La copertina del libro |  | Editori Laterza La copertina del libro | | Editori Laterza

L’anno è l’828, anno sepolto nei secoli del primo medioevo. Venezia è agli albori della sua storia millenaria, la grandezza della Serenissima è ancora di là da venire. Ma l’ambizione di farla diventare forte e potente nei suoi abitanti, discendenti di quei popoli in fuga al tempo delle grandi invasioni barbariche dall’est e dal Nord, è molto forte. Bisogna che la città nata sulle acque abbia un grande protettore, un santo sotto il cui nome mettersi al riparo, e per farlo occorre avere le reliquie. Ossia quel che rimane del corpo o di oggetti appartenuti a l futuro protettore. Ormai tutti i luoghi che vogliono diventare conosciuti, a cominciare da chiese, santuari, abbazie, mete di pellegrinaggi, di culto, possiedono reliquie. Per averle si fa qualunque cos si possono persino scatenare guerre.

Bono da Malamocco e Rustico da Torcello, mercanti temerari di Venezia, si trovano ad Alessandria d’Egitto, vengono a conoscenza che i resti del corpo dell’evangelista Marco si trovano in città. Desiderano assolutamente sottrarle ai musulmani, che governano Alessandria. Sono pronti a tutto e così per sottrarre il corpo dell’evangelista ricorrono ad un astuto stratagemma; per passare i controlli a cui sono sottoposte le navi in partenza nascondono le reliquie sotto carne di maiali. I controllori si ritraggono inorriditi da quelle carni immonde. E quel viaggio verso la glorificazione di Venezia.

Che li accoglie a bracca aperte, come degli eroi. Il doge Partecipazio dispone subito che venga  eretta una chiesa, degna dimora delle ossa del Santo. Con lo scorrere degli anni l'edifico di culto diverrà la basilica di San Marco, conosciuta in tutto il mondo.

Una storia che si muove tra realtà e leggenda e che è una delle vicende più conosciute che simboleggia l’importanza delle reliquie , soprattutto nel Medioevo, ma ancora oggi, infondo. Viaggio avventuroso, del resto, anche per le spoglie di San Nicola. Nel 1087 sessantadue marinai baresi riescono a portare via  dalla Turchia le ossa del vescovo di Mira per fare in modo che il culto di questo santo già allora molto popolare possa fiorire proprio in terra barese. In questi 930 anni la reliquia è stata a Bari e non è mai stata spostata; fino a qualche giorno fa quando una costola del santo è stata invece trasportata per la venerazione a Mosca; gesto, questo, frutto dello storico incontro tra il Patriarca Kirill e Papa Francesco.

Reliquie trafugate, vendute, rubate, scambiate. A causa della religiosità  popolare, in primo luogo, ma anche per la richiesta di riscatti. E così nei secoli, accanto alla distribuzione legale, e assolutamente gratuita, di reliquie da parte della Chiesa, quando per esempio si inaugura un santuario o una parrocchia, si è alimentato un mercato illegale parallelo. Consapevole dell'importanza della pietà popolare, ma allo stesso tempo preoccupata per i rischi di 'superstizione', la Chiesa cattolica autorizza il culto delle reliquie regolamentando però nei dettagli questa pratica.

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La reliquia, che una volta riconosciuta come autentica può essere venerata, esposta e trasportata in processione, può essere di prima, seconda o terza classe. Reliquie di prima classe sono gli oggetti direttamente associati ad eventi della vita di Cristo (parti della croce, chiodi della crocifissione, frammenti della mangiatoia, ecc.) o resti sacri di santi. Di seconda classe sono invece gli oggetti che il santo ha indossato e quelli che abitualmente usava in vita. E' reliquia di terza classe infine qualsiasi oggetto che sia entrato in contatto con le reliquie di prima classe. La compravendita delle reliquie è considerata simonia, il furto è invece un sacrilegio. Entrambi peccati gravissimi per la Chiesa.

Un saggio di recente pubblicazione, Ossa sacre, di  ci introduce in questo mondo straordinario , in cui è possibile imbattersi nella polvere del mantello di san Martino, il dentino da latte di Gesù Bambino, migliaia e migliaia di frammenti della Vera Croce recuperata da sant’Elena.

L’autore, che è uno storico, descrive con perizia la presenza di questi “oggetti” sacri, autentici, presunti, a volte chiaramente falsi, un elenco quasi infinito di quanto nei secoli si è  conservato  nei nostri santuari e nelle nostre chiese, ci fa anche pensare alle altre innumerevoli  storie a loro legate, in un  mondo fatto di viaggi avventurosi, raggiri, contese teologiche, battaglie campali e rapporti di potere secolari. Protagonisti non solo santi e uomini di Chiesa, ma anche sovrani, condottieri, donne straordinarie, nobili e personaggi minori come pirati, ladri, abili millantatori e tanta povera gente in buona fede.  Dai palazzi imperiali, come quello di Costantinopoli, alle rovine di Gerusalemme, dall’Italia alla Franca alla Germania e in tutta Europa, da Oriente a Occidente, sarà affascinante ritrovare le vie delle reliquie, fino ai nostri giorni, con i pellegrinaggi presso i più grandi santuari del mondo (ricordiamo le file viste anche di recente per  vedere e pregare davanti ai resti di san Antonio nella basilica di Padova), seguendo il bisogno di essere vicino ai santi, in qualche modo di “toccarli”, di capire la loro umanità concreta e insieme la loro forza nella fede, e sentirsi così di riflesso, più forti e saldi, nella speranza di un loro aiuto, della loro intercessione e supplica verso l’Alto.

Federico Canaccini, Sacre ossa. Storie di reliquie, santi e pellegrini, Laterza editore, pp.312, euro 19