Città del Vaticano , domenica, 26. marzo, 2017 16:00 (ACI Stampa).
La basilica di Santa Croce in Gerusalemme è stazione quaresimale due volte, la domenica della quarta settimana e il Venerdì Santo. La basilica conserva da sempre resti creduti della Santa Croce e degli strumenti della Passione. Per la tradizione si tratta di reliquie portate a Roma nel 326 da Elena, la madre di Costantino.
La chiesa appare nelle fonti soltanto nel V secolo e sotto il nome di “Hierusalem” nel “Palazzo Sessoriano”. La tradizione racconta che Elena avrebbe portato della terra da Gerusalemme per distenderla sotto il pavimento della piccola cappella dietro l’abside della chiesa alla quale si scende per una scala a destra dell’abside. Si pensa che questa sia la cappella dove la reliquia della Croce sia stata conservata nei primi secoli.
La cappella, come anche tutta la chiesa, viene creata nel IV secolo riutilizzando ambienti di un palazzo imperiale. Per costruire la chiesa si è semplicemente aggiunta un’abside a una grandissima aula rettangolare del palazzo. La chiesa non era divisa in navate prima del XII secolo, quando Lucio II la “normalizza”, dividendola in tre navate con colonne e rialzando il pavimento fin al livello attuale. Ma è nel XVIII secolo che la chiesa riceve l’aspetto attuale, con una importante ricostruzione fatta dagli architetti Gregorini e Passalacqua sotto Papa Benedetto XIV (1743-1744). In quella ricostruzione si aggiunge la nuova facciata rococò con la sua loggia, modernissima per l’epoca, tanto che quando Benedetto XIV l’ha vista, l’ha definita “una porcheria moderna”.
Le reliquie della Passione si conservano oggi in una grande cappella sulla sinistra della chiesa, costruita nel 1930 dall’architetto Florestano di Fausto, conosciuto anche per le sue molte costruzioni in Libia. La cappella custodisce le reliquie della Passione nei reliquiari fatti da Giuseppe Valadier nel 1804. Si tratta di tre frammenti della "Vera Croce", parte della corona di spine, un sacro chiodo e il “Titulus crucis”.
Nel X secolo, Papa Benedetto VII affiancò un monastero alla basilica della S. Croce. In monaci, poi diventati cistercensi nel XVII secolo, sono rimasti fino al 2012, quando l’abbazia è stata soppressa. Attualmente la chiesa è gestita dalla parrocchia, creata nel 1910 da Papa Pio X, affidata al clero diocesano dal 2009.