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IA, Papa Francesco: "La dignità umana non deve mai essere violata a favore dell’efficienza"

Il Papa ha inviato un messaggio al Presidente del World Economic Forum

Papa Francesco |  | Vatican Media Papa Francesco | | Vatican Media

L’uso stesso della parola intelligenza collegato all’IA è inappropriato, poiché l’IA non è una forma artificiale di intelligenza umana bensì un suo prodotto. Se usata correttamente, l’IA aiuta la persona umana a realizzare la sua vocazione, in libertà e responsabilità”. Lo afferma il Papa nel messaggio inviato a Klaus Schwab, Presidente del World Economic Forum, in occasione del raduno annuale in corso a Davos-Klosters, in Svizzera, dal 20 al 24 gennaio.

“Come ogni altra attività umana e ogni sviluppo tecnologico – spiega Francesco - l’IA deve essere ordinata alla persona umana e diventare parte degli sforzi per conseguire una maggiore giustizia, una più estesa fraternità e un ordine più umano dei rapporti sociali, che hanno più valore dei progressi in campo tecnico. Esiste però il pericolo che l’IA venga usata per promuovere il paradigma tecnocratico, secondo il quale tutti i problemi del mondo possono essere risolti con i soli mezzi tecnologici. In questo paradigma, la dignità e la fraternità umana sono spesso subordinate alla ricerca dell’efficienza, come se la realtà, la bontà e la verità emanassero intrinsecamente dal potere tecnologico ed economico”.

La dignità umana – è il monito del Pontefice - non deve mai essere violata a favore dell’efficienza. Gli sviluppi tecnologici che non migliorano la vita di tutti, ma che invece creano o aumentano disuguaglianze e conflitti, non possono essere definiti vero progresso. Perciò l’IA deve essere messa al servizio di uno sviluppo più sano, più umano, più sociale e più integrale”.

Occorre – secondo Papa Francesco – “una riscoperta dell’importanza della comunità e un rinnovato impegno a prendersi cura dalla casa comune che ci è stata affidata da Dio. Per gestire le complessità dell’IA, i governi e le aziende devono esercitare la dovuta diligenza e vigilanza. Devono valutare in modo critico le singole applicazioni dell’IA in particolari contesti al fine di determinare se l’uso della stessa promuove la dignità umana, la vocazione della persona umana e il bene comune”.

 “Gli effetti dei diversi usi dell’IA – si legge nel messaggio firmato dal Papa - possono non essere sempre prevedibili dal principio. Man mano che l’applicazione dell’IA e il suo impatto sociale diventano più evidenti nel tempo, occorre adottare risposte adeguate a tutti i livelli della società, secondo il principio di sussidiarietà, con singoli utilizzatori, famiglie, società civile, aziende, istituzioni, governi e organizzazioni internazionali che si adoperano al livello a loro proprio per assicurare che l’IA sia volta al bene di tutti. Oggi ci sono importanti sfide e opportunità laddove l’IA viene posta in un quadro di intelligenza relazionale, dove ognuno condivide la responsabilità per il benessere integrale degli altri”.

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