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Scrivere per servire: il giornalismo e la Chiesa

Una carrellata di "penne" illustri del giornalismo cattolico. Giornali e riviste che hanno fatto la storia del "buona stampa"

Foto di repertorio | Foto di repertorio | Credit pd Foto di repertorio | Foto di repertorio | Credit pd

Da quando San Francesco di Sales (domani la sua memoria liturgica) è divenuto Patrono di “tutti quei cattolici, che con la pubblicazione o di giornali o di altri scritti illustrano, promuovono e difendono la cristiana dottrina” (Enciclica Rerum omnium perturbationem di Papa Pio XI, 26 gennaio 1923) è trascorso molto tempo. E ancor di più dalla sua “esperienza” giornalistica: stiamo parlando di quei foglietti che il giovane ventisette Francesco di Sales inchidò ai muri durante la coraggiosa missione nella zona del Chablais contro le tesi di Calvino. Questi fogli non sarebbero giunti fino a noi senza l’intervento del nipote del Santo, Carlo-Augusto di Sales (1606 – 1660), Vescovo di Ginevra. Nel 1658 egli li trovò abbandonati nel castello di famiglia, a La Thuille. Per questi foglietti, oggi, definiamo San Francesco di Sales patrono della comunicazione. 

 

Un foglio, una parola scritta che parla al cuore di tutti: racconta Dio e il Messaggio del Vangelo. Ma anche la Chiesa, la sua storia. I contenuti passano attraverso le parole scritte. Ora, forse, di più attraverso le immagini di un post su facebook o su istangram. E poi, ci sono gli incrollabili quotidiani che, anche se stanno vivendo da tempo una forte crisi, continuano il loro lavoro di informare il popolo di Dio. La storia del giornalismo cattolico è assai interessante: affascinante. Uomini e donne che attraverso la penna - o attraverso un tasto della macchina da scrivere, di un pc, di un cinguettio di twitter - hanno parlato di Dio e della Chiesa.  I nomi sono tanti, perciò è doverosa una sintesi per non perdersi nei meandri della storia. Ciò che colpisce di questi uomini e donne è la vasta produzione giornalistica e libraia: un maremagum di pagine stampate, appunto.

 

Volti semplici, di chi con professionalità ha voluto raccontarci Gesù e la Vergine; di chi ha narrato storie del Vaticano e della Chiesa. E fra questi volti ce ne sono - non pochi - che addirittura sono diventati santi. E’ questo il caso di San Massimiliano Kolbe, ad esempio. Lui, il fondatore (nel gennaio 1922) della rivista Rycerz Niepokalanej (Il Cavaliere dell’Immacolata). Oppure di San Paolo VI che prima di divenire Pontefice svolgeva l’attività di giornalista (figlio di giornalista: il padre era stato per lunghi anni direttore del quotidiano cattolico bresciano Il Cittadino): aveva partecipato alla fondazione di un quindicinale, da giovanissimo, La Fionda, che seppur ideato e stampato a Brescia era pensato per i giovani studenti cattolici del Nord Italia. E poi con l’epserienza della Fuci, la Federazione universitaria cattolica, ideò due riviste cattoliche quali lo Studium e Azione Fucina. Per poi non dimenticare la sua attività in Segreteria di Stato in Vaticano: a lui spettò il compito di seguire L’Osservatore Romano.

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Storica voce del Papa, quella de L’Osservatore Romano: vede protagonista una data, quella del 1° luglio 1861. La testata viene fondata da due avvocati dell’Emilia-Romagna, Nicola Zanchini e Giuseppe Bastia, aiutati a Roma da un collega, Marcantonio Pacelli, nonno del futuro papa Pio XII. Il primo numero reca questa sottotestata: “Giornale politico-morale”. Sarà poi sostituita dall’attuale “Giornale quotidiano politico religioso”. Nel 1885 - sotto il pontificato di Leone XIII - la Santa Sede acquisterà il giornale che dall’ora in poi diventerà per tutto il mondo “la voce del Papa”. Si sono susseguite firme del calibro di: Giuseppe Dalla Torre (direttore del quotidiano dal 1920 al 1960); Igino Giordani; Guido Gonella; Raimondo Manzini; Mario Agnes (altro storico direttore sotto il pontificato di Giovanni Paolo II) fino all’attuale direttore Andrea Monda. Merita particolare attenzione, poi, ricordando le firme storiche del “giornale del Papa” quella di Enrico Zuppi, papà del Cardinale-Presidente della Cei, Matteo Maria. Enrico Zuppi e la sua passione per l’arte fotografica: a lui si deve il connubio profetico “notizia-fotografia” all’interno de L’Osservatore Romano della Domenica

 

Fra le aureole del secolo passato spicca poi la testimonianza di vita del beato Manuel Lozano Garrido, nato a Linares, nella regione spagnola dell’Andalusia, il 9 agosto 1920. I tasti della sua inseparabile macchina da scrivere, strumento di Dio, battono queste parole: “Apri con stupore gli occhi a ciò che vedrai e lascia le tue mani riempirsi della freschezza della linfa, in modo che gli altri, quando ti leggeranno, toccheranno con mano il miracolo palpitante della vita”. Le aveva impresse in uno dei suoi ultimi articoli, quando ormai privato della vista e dell’uso delle mani, il suo sguardo da giornalista era ancor più fisso al Paradiso e le sue mani avevano già accarezzato le nuvole del Cielo. Altro beato, Giacomo Alberione, ideatore de La Famiglia Cristiana (1931), che dirà della rivista da lui fondata: “Non deve parlare di religione cristiana, ma di tutto cristianamente”. 

Nel 1956 nasce l’elegante rivista Studi Cattolici (con i suoi approfondimenti culturali e filosofici) fondata dalla mente illuminata di  Cesare Cavalleri, intellettuale cattolico “a tutto tondo”. 

Il Novecento è il secolo del web, soprattutto: nasce - nel 1981 - la Eternal Word Television Network, più comunemente conosciuta con le sue iniziali EWTN (1981), grazie all’ispirazione della religiosa statunitense (di origine italiana: prima di prendere i voti si chiamava Rita Rizzo) Madre Maria Angelica dell’Annunciazione, nota a milioni di cattolici semplicemente come Madre Angelica. In Italia nel 1988 è la volta di Agensir. Nel novembre 2012 sarà la volta de La Nuova Bussola Quotidiana, fondata da Riccardo Cascioli.

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