Marsiglia , lunedì, 7. marzo, 2016 9:30 (ACI Stampa).
Dopo Londra lo scalabriniano padre Renato Zilio, autore dei libri ‘Dio attende alla frontiera’ e ‘Parole dal deserto’, da poco più di un anno è a Marsiglia, la sua nuova ‘frontiera’: “Gente che trovi e incontri ad ogni angolo. Stessi modi di frequentare i bar a piccoli clan, stessi mercati con la merce distesa per terra, negozi halal, banchi improvvisati di frutta secca e datteri… tutto come se si fosse dall’altra parte del Mediterraneo. Dappertutto si parla arabo o berbero.
I pochi francesi sembrano sentirsi forse nella pelle del turista in visita a un paese africano… Non mancano, è vero, altri quartieri più occidentali in questa metropoli, seconda città di Francia, di quasi 1.000.000 di abitanti. Ma Marsiglia rappresenta ancora oggi il più grande porto del Mediterraneo. Questo in ogni senso. Un vero porto di mare, infatti, di uomini e di culture differenti”.
Padre Renato Zilio finora ha svolto il suo ministero fra gli italiani in Francia, non lontano da Parigi, poi a Ginevra, quindi a Londra, e di nuovo in Francia, Marsiglia: “Qui era attiva una missione italiana; oggi la comunità italiana si è assottigliata nei numeri e in gran parte ‘integrata’. Siamo quindi impegnati a seguire i migranti presenti nell’unità pastorale che è sorta raccogliendo quattro parrocchie, con altrettanti sacerdoti e alcune suore”.
Opera nel terzo arrondissement, nei pressi della stazione centrale St. Charles, il più povero d’Europa; nella città circa 250.000 sono mussulmani ed il quartiere è abitato da 40.000 magrebini, arrivati soprattutto dal Nord Africa e dalla isole Comore, a cui si aggiungono italiani, spagnoli, portoghesi, siriani, algerini, filippini, indiani, vietnamiti. Nel quartiere è presente una consistente comunità di capoverdiani (80.000), che nutre il sogno di recarsi a Roma per il Giubileo della Misericordia, ma il costo è troppo elevato per il viaggio; e così a padre Zilio è nata un’idea: i ricavati del suo libro ‘Parole dal deserto. Incontri di conversione’, pubblicato dalle Paoline (che si può richiedere anche a oltrefrontiere@googlemail.com), saranno devoluti al pellegrinaggio giubilare dei capoverdiani. Il volume raccoglie esperienze e riflessioni nate dai periodici viaggi nel deserto nordafricano che il padre scalabriniano organizza con i giovani delle sue comunità.
Da lui ci siamo fatti spiegare questa idea di aiutare la comunità dei capoverdiani di Marsiglia a recarsi a Roma: “I capoverdiani sono una comunità recentemente emigrata in questa città. Distesa su un immenso anfiteatro naturale di colline attorno al porto, Marsiglia è una città che sa di mare da capo ai piedi. E non solo perché è il più grande porto del Mediterraneo. Non tanto perché la città fu fondata 2600 anni fa da marinai greci della Focide, che la rende la città più antica di Francia. Ma perché da sempre ha subito vere e proprie ondate migratorie, tanto da farla oggi la seconda città di Francia di quasi un milione di abitanti. Greci, armeni, senegalesi, algerini, marocchini, italiani, spagnoli, comoriani… tutti ormai marsigliesi. Io vivo nel 3° arrondissement, nel quartiere considerato il più povero d’Europa. Un pezzo d’Africa incastonato in terra francese. Accompagno in questo quartiere musulmano la comunità cristiana capoverdiana, gente umile, semplice, che parla portoghese, lavora nell'edilizia quando lavora, emigrata anni fa dalle isole del Capo Verde, in Africa... Rivivo con loro l’avventura dei nostri emigrati italiani di cinquanta, sessanta anni fa investiti spesso nel duro lavoro edile. Le donne capoverdiane, invece, lavorano nelle pulizie, un’attività umile e dura per ritmi e difficoltà. Fortunatamente, la fede non manca. A volte li ritrovi alla sera assieme in casa di Manuel o di altri per recitare il rosario. O si riuniscono in feste patronali di Santo Amaro, Santa Caterina, Nossa Senhora de Fatima dove appaiono in tre, quattrocento o più ancora da ogni angolo di Marsiglia.