La chiesa è costruita in pietra di Tafouhi, una pietra giallastra proveniente da Hebron, ed è caratterizzata da vetrate realizzate in Libano nello stile della cattedrale di Chartres, una delle strutture gotiche più celebri in Francia.
In grado di ospitare oltre 1.000 fedeli, la chiesa ospita il pellegrinaggio annuale ad Al-Maghtas, ogni gennaio. Durante questo periodo, messe, preghiere e il rinnovo dei voti battesimali hanno luogo tutti in celebrazione della festa del battesimo di Cristo e del suo profondo significato nella fede cristiana.
Il luogo del Battesimo di Gesù è stato individuato negli Anni Novanta da padre Michele Piccirillo, è stata realizzata garazie al contributo fondamentale di Nadim Muasher, che ha ricordato così la perdita del figlio Ayman (morto in un incidente mentre andava ad al Magthas), e ha diversi donatori, tra i quali lo Stato ungherese, presente con i suoi rappresentanti, che ha donato anche un quadro del santo re Stefano che si trova nella basilica. La prima pietra è stata posta da Benedetto XVI durante la sua visita in Terrasanta nel 2009. Ora, è affidata alla cura dei Padri del Verbo Incarnato, e la consacrazione avviene mentre i celebra il Giubileo d’Argento del pellegrinaggio ad al-Maghtas.
Nella sua omelia, il Cardinale Parolin ha ricordato che il luogo è meta di pellegrinaggio da venticinque anni. Non è solo il sito del Battesimo di Gesù. È vicino al monte da cui Elia fu assunto in Cielo, è luogo da cui probabilmente il popolo eletto attraversò il fiume per entrare nella Terra Promessa, è il crocevia di tanti personaggi della Bibbia.
Il Segretario di Stato vaticano ha notato che il luogo ci parla “con la sua stessa geografia”, perché “qui siamo nel punto più basso della terra, ma è proprio qui che Dio ci è venuto incontro, per accogliere nel suo abbraccio anche chi viene da lontano”. E non è un caso che la nuova chiesa condivida lo stesso asse con la Basilica del Santo Sepolcro a Gerusalemme, perché “il battesimo di Gesù è l'inizio, ma la pienezza della salvezza si realizzerà nel mistero pasquale del Signore”.
Il Cardinale Parolin ha sottolineato che, nel sito del battesimo di Gesù, “ci viene ricordato il nostro Battesimo”, che è “l’inizio della vita immortale in noi”.
E infatti, “per i padri della Chiesa, il passaggio del popolo eletto attraverso il Giordano era una anticipazione del nostro passaggio alla vita eterna attraverso le acque del Battesimo”.
Il Cardinale ha detto che, per tutti questi motivi, il sito del Battesimo di Gesù “non è semplicemente un punto di riferimento storico, ma un luogo di autentico rinnovamento spirituale”.
Parolin ha poi sottolineato che la sua presenza è anche “un segno tangibile della vicinanza di tutta la Chiesa alle comunità cristiane del Medio Oriente”, vicinanza che ha trovato “molteplici espressioni” da parte di Papa Francesco “negli ultimi mesi di sofferenza e guerra” seguita alla strage del 7 ottobre”. “Vorrei incoraggiare tutti – ha detto il Segretario di Stato vaticano - a non lasciarsi sopraffare dalle gravi difficoltà del tempo presente e ad avere fiducia che Dio guida la storia umana, per quanto porti i segni della violenza, del peccato e della morte”.
Ha aggiunto: “In un momento storico in cui questa regione sta vivendo gravi sconvolgimenti, è importante che anche i cristiani diano il loro contributo all’edificazione di una società giusta e pacifica. Anche qui, vorrei volgere lo sguardo oltre il Giordano e chiedere un cessate il fuoco, la liberazione dei prigionieri e degli ostaggi e il rispetto del diritto umanitario. Che i cuori dei leader delle nazioni siano spinti a ricercare la pace e la coesistenza armoniosa tra i popoli. La violenza non deve essere ciò che determina il nostro futuro!”
Conclude il Cardinale: “Qui, nel luogo più basso della terra, in questa terra benedetta dove sentiamo l'immensa sofferenza causata dai conflitti, dagli atti di brutalità e di peccato, in questo luogo dove tuttavia i cieli si sono aperti, imploriamo il dono della pace, la vera pace che nasce nei cuori e si diffonde in tutto il tessuto della società”.
Alla celebrazione ha partecipato anche un rappresentante del re Abdullah II, il Principe Ghazi Ibn Muhammad, consigliere Capo di Sua Maestà il Re per gli Affari Culturali e Religiosi.
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Il cardinale Pierbattista Pizzaballa, Patriarca Latino di Gerusalemme, ha tenuto un discorso di saluto, dando il benvenuto in una chiesa per la cui consacrazione – “evento e straordinario e meraviglio” – si è atteso per quindici anni.
Dopo i ringraziamenti istituzionali, il Cardinale Pizzaballa ha ringraziato i presenti, che dicono che la Chiesa “è fatta di pietre, sicuramente! Ma è fatta soprattutto di pietre vive, e queste pietre vive sono i credenti, così come i discendenti dei padri e dei nonni che hanno vissuto fin dai tempi antichi”.
Il Patriarca latino di Gerusalemme ha poi ricordato che la chiesa è “prima di tutto a servizio di tutta la comunità, vale a dire quella dei fedeli che vivono in Terrasanta”, ma “le sue porte sono aperte anche a tutti i cari pellegrini che invitiamo a visitare la Giordania e a coloro che l’hanno già visitata e desiderano tornarci”.
Infine, il Cardinale Pizzaballa ha chiesto di pregare “per tutte le persone che soffrono, specialmente per coloro che non hanno potuto pregare con noi qui e che ci seguono attraverso i media. E preghiamo anche per tutti coloro che soffrono nel loro Paese a causa della mancanza di sicurezza, stabilità e pace, specialmente in Palestina, Libano e Siria, così come in tutte le regioni del mondo che hanno bisogno di pace”.
Il signor Nadim Muasher , Cavaliere del Santo Sepolcro, ha pronunciato un discorso toccante, sottolineando il significato spirituale del sito, consacrato dal battesimo di Cristo da parte di Giovanni Battista. Ha affermato: "Con orgoglio e gioia in questa festa del Battesimo di Cristo, dedichiamo questa chiesa alla memoria di mio figlio Ayman e di tutti coloro che ci hanno preceduto nella vita eterna, pregando per la misericordia e la fede incrollabile per tutti i visitatori".
Il sito del Battesimo di Gesù si trova a soli nove chilometri a Nord del Mar Morto. La zona archeologica ha due aree chiave: la collina di Sant’Elia e le chiese di San Giovanni Battista, vicino al fiume Giordano.