“Quest’anno – dice il Gran Maestro – è caratterizzato da una più profonda collaborazione con la Santa Sede con un più ampio piano di attività che l’Ordine di Malta ha messo in atto per l’Anno Giubilare. Più di 2000 volontari, da circa 20 nazioni in tutto il mondo, serviranno nelle postazioni di Primo Soccorso gestite dall’Ordine di Malta nelle quattro basiliche papali”, e le loro attività sono organizzate l’ufficio del Grande Ospedaliere (una sorta di “ministro della sanità” dell’Ordine). Ci saranno due turni quotidiani in ogni basilica, dove saranno presenti un dottore, un infermiere e due assistenti.
Fra’ John Dunlap afferma un “grande investimento strategico” sulle infrastrutture diplomatiche, con l’impegno di “accrescere il numero di nazioni con cui abbiamo relazioni diplomatiche”, cosa che richiede “uno sforzo significativo per sostenere crescenti corpi diplomatici”.
Per questo, dice il Gran Maestro, è “importante che le nazioni e le organizzazioni internazionali riconoscano il valore della stretta neutralità dell’Ordine e di come questa neutralità permetta all’Ordine di portare sollievo e aiuto umanitario laddove altri non possono andare”.
Inoltre, i partner diplomatici devono sapere che “possono confidare nell’Ordine per sostenere i loro sforzi nell’aiuto umanitario”, anche perché “le relazioni formali con così tante nazioni hanno permesso l’Ordine di muoversi rapidamente con minima interferenza per distribuire aiuto umanitario in zone di guerra, passando su confini chiusi, e in remoti angoli del mondo”.
Fra’ John Dunlap ci tiene a ricordare il protocollo di intesa siglato con il Regno Unito lo scorso anno, un accordo “basato su un modello innovativo che include lo scambio di rappresentanti ufficiali e un meccanismo di consultazione congiunta e potenziale cooperazione tra i firmatari riguardo situazioni che riguardano terze parti”.
Nel corso dell’anno passato, ricorda il Gran Maestro, il Magistero ha ricevuto i presidenti di Ungheria, Albania, Lettonia e Slovenia, e il Gran Cancelliere ha anche ricevuto il re del Lesotho, con la speranza che incontri del genere aiuteranno a crescere nella regione sub-sahariana – l’Ordine ha aperto relazioni con Burundi e Gambia negli ultimi due anni.
Lo stesso Gran Maestro, con l’obiettivo di accrescere la rete diplomatica, ha viaggiato molto, visitando Panama – solo la prima di una serie di nazioni latino americane che intende visitare nel corso degli anni – ma anche l’Australia per i cinquanta anni della fondazione dell’associazione locale, e poi le Nazioni Unite a New York, dove si è celebrato il 30esimo anniversario dello status di Osservatore Permanente. L’Ordine di Malta si è anche unita alla “Alleanza Globale contro la Fame e la Povertà”, lanciata durante il G20 di Rio de Janeiro.
L’Ordine di Malta – sottolinea il Gran Maestro – crede in “un sistema internazionale basato sulle regole”, perché questo “è l’unico modo di garantire i valori fondamentali della protezione della vita umana e della solidarietà sociale”, e perché è “il modo più efficace di incontrare le molte sfide che siamo chiamati ad affrontare oggi”, dall’impatto del cambiamento climatico agli sforzi alle molte fonti di instabilità che alimentano la violenza, passando per l’abuso dei diritti umani, il flusso di rifugiati, i richiedenti asilo e gli sfollati.
Tre sono le priorità diplomatiche dell’Ordine di Malta: il sostegno alla Legge Umanitaria Internazionale, la protezione delle popolazioni civili e dei lavoratori umanitari di guerra e conflitto, il sostegno al valore della libertà religiosa.
Fra’ John Dunlap nota che le crisi umanitarie sono “scoppiate in molte parti del mondo”, e che gli eventi di Gaza, nella West Bank, in Libano e in Ucraina “ci hanno scioccato con la loro crudeltà e la totale noncuranza delle regole di ingaggio”, considerando che “i civili sono ordinariamente presi di mira, le loro case distrutte, le loro città deliberatamente ridotte in polvere”.
Il Gran Maestro ricorda che “mentre discutiamo nella Corte dell’Aja o all’Assemblea Generale di New York, le popolazioni civili vengono uccise a migliaia e sfollate a centinaia di migliaia”, e necessitano, “ma non hanno”, cibo, acqua, cure mediche, riabilitazione fisica e supporto psicologico.
Fra’ John Dunlap sottolinea che l’Ordine di Malta non ha lavorato solo sull’advocacy, ma ha agito “sul territorio” secondo la sua missione storica. In particolare, lo sguardo va alla Terrasanta. Il Gran Maestro chiede un pronto rilascio degli ostaggi, mette in luce che l’Ordine è stato in grado di portare aiuti e generi di prima necessità – in particolare frutta fresca e verdure, diventate incredibilmente costose - a Gaza e nella parte Nord della Striscia, in collaborazione con il Patriarcato Latino di Gerusalemme, la parrocchia cattolica e Gaza e la Caritas, con un aiuto “ancora più cruciale” di fronte alle “insormontabili difficoltà” affrontate da altre organizzazioni umanitarie.
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Fra’ John Dunlap afferma che gli aiuti saranno distribuiti per tutto il tempo che sarà necessario, in solidarietà con la gente di Gaza, ma anche con le persone del West Bank, dove sono inviate anche cliniche mobili. Una particolare preoccupazione desta la situazione di Betlemme, “città di ovvia importanza per tutta la cristianità. Il disastro nel Medio Oriente ha virtualmente terminato l’idea di viaggi non pericolosi in diverse nazioni dell’area”.
L'Ordine di Malta guarda, infine, anche al Libano – dove c’è una delle associazioni più attive, e dove i cavalieri giocano un ruolo cruciale.