Soffermiamo, oggi, la nostra attenzione sulla seconda lettura della santa Messa, tratta dalla lettera di san Paolo agli Efesini. In essa troviamo un’affermazione solenne: “Dio ci ha predestinati ad essere suoi figli adottivi…”. Dio ci ha benedetti, ci ha scelti, da sempre, esistenti in Dio. Nel progetto del Padre noi siamo legati al suo Figlio ed il nostro destino è di divenire suoi figli, vivendo santamente, perché Dio è santo. Questo dono si attua nel Cristo. Questa rivelazione ci dice che la nostra riuscita, il nostro destino sono  irrimediabilmente congiunti con quello di Cristo.  Spesso diciamo che bisogna essere se stessi, realizzare pienamente se stessi, essere autentici. Ora, alla luce di quanto insegna san Paolo, la nostra vera realizzazione è accogliere nella nostra vita il progetto di Dio e viverlo. Come siamo scelti gratuitamente, così ci viene donato i nostro vero essere, cioè l’ essere figli di Dio.

Cristo, dunque, non viene solo per sanare le ferite dell’uomo provocate dal peccato, ma per offrirci una situazione sorprendentemente nuova. Essa è descritta da Paolo con l’ espressione di “ figli adottivi “. E’ questa la nostra grande dignità. Il Natale celebra l’inizio di questa inattesa parentela con Dio. Il desiderio di Paolo è che questo disegno resti presente nel cuore dei cristiani, che non se ne dimentichino. Prega perché i cristiani abbiano sempre occhi limpidi, capaci di comprendere e valorizzare “ il tesoro di gloria “ che Cristo ha consegnato nelle mani di chi lo accoglie.

 

Dio dunque ci ha scelti da sempre, “ prima della creazione del mondo “, e mentre ci sceglieva, disegnava per noi un orizzonte, un destino da figli. È per realizzare questo disegno che Cristo opera, per questo è apparso nel mondo. La notizia natalizia che tutti riguarda è che non si è nel mondo per caso, ma che ognuno è amato da Dio, amato come è amato un figlio, un  figlio di Dio! Perché questo avvenga l’unica condizione che ci viene posta è di accogliere il Verbo di Dio fatto carne. Grazie a Lui è eliminata la distanza tra Dio e la sua creatura, tra il finito e l’ Infinito, tra l’Eterno e il mortale e siamo resi partecipi della vita stessa di Dio. Il senso di ogni cosa è Cristo. Senza di lui il mondo è un ammasso di cocci, un assurdo. Dal punto di vista di Dio un senso c’è: Cristo. Egli è il cuore del mondo che attrae a sé ogni cosa, ma la libertà dell’ uomo può dirgli di no. Per chi rifiuta colpevolmente Cristo, tutto diventa assurdo, disperante, caotico, un vero inferno. A Chi è unito a Cristo il Padre dona i beni promessi: in germe siamo salvati, segnati come proprietà di Dio, in attesa della piena glorificazione nel suo Regno. “Riconosci, dunque, cristiano, la tua dignità”, diceva san Gregorio Magno.