Advertisement

Papa Francesco: "La famiglia è il centro"

Il Papa: "A me fa dolore quando vedo i bambini che non sono educati e che vanno a lavorare, tante volte sfruttati o che vanno a cercare da mangiare o cose da vendere dove ci sono i rifiuti"

Papa Francesco |  | Daniel Ibanez EWTN Papa Francesco | | Daniel Ibanez EWTN

Il Natale “ci mostra la pedagogia di Dio. E qual è il suo metodo educativo? È quello della prossimità, la vicinanza. Dio è vicino, compassionevole e tenero. Le tre qualità di Dio: vicinanza, compassione e tenerezza. La vicinanza, la prossimità. Come un maestro che entra nel mondo dei suoi alunni, Dio sceglie di vivere tra gli uomini per insegnare attraverso il linguaggio della vita e dell’amore. Gesù è nato in una condizione di povertà e di semplicità: questo ci richiama a una pedagogia che valorizza l’essenziale e mette al centro l’umiltà, la gratuità e l’accoglienza. La pedagogia distante e lontana dalle persone non serve, non aiuta. Il Natale ci insegna che la grandezza non si manifesta nel successo o nella ricchezza, ma nell’amore e nel servizio agli altri. Quella di Dio è una pedagogia del dono, una chiamata a vivere in comunione con Lui e con gli altri, come parte di un progetto di fraternità universale, un progetto in cui la famiglia ha un posto centrale e insostituibile”. Lo ha detto Papa Francesco, stamane, ricevendo in udienza l’Unione Cattolica Insegnanti, Dirigenti, Educatori, Formatori (UCIIM); l’Associazione Italiana Maestri Cattolici (AIMC) e l’Associazione Genitori Scuole Cattoliche (AGESC).

“Questa pedagogia – ha proseguito - è un invito a riconoscere la dignità di ogni persona, a cominciare da chi è scartato e ai margini, come duemila anni fa erano trattati i pastori, e ad apprezzare il valore di ogni fase della vita, compresa l’infanzia. La famiglia è il centro”.

Il Giubileo – ha detto ancora il Papa – “ha molto da dire al mondo dell’educazione e della scuola. Pellegrini di speranza sono tutte le persone che cercano un senso per la propria vita e anche coloro che aiutano i più piccoli a camminare su questa strada. Un buon insegnante è un uomo o una donna di speranza, perché si dedica con fiducia e pazienza a un progetto di crescita umana. La sua speranza non è ingenua, è radicata nella realtà, sostenuta dalla convinzione che ogni sforzo educativo ha valore e che ogni persona ha una dignità e una vocazione che meritano di essere coltivati. A me fa dolore quando vedo i bambini che non sono educati e che vanno a lavorare, tante volte sfruttati o che vanno a cercare da mangiare o cose da vendere dove ci sono i rifiuti. È duro! E di questi bambini ce ne sono”.

La speranza – ha sottolineato il Pontefice - è il motore che sostiene l’educatore nel suo impegno quotidiano, anche nelle difficoltà e negli insuccessi. Ma come fare per non perdere la speranza e per alimentarla ogni giorno? Tenere fisso lo sguardo su Gesù, maestro e compagno di strada: questo permette di essere davvero pellegrini di speranza. E non dimentichiamo: la speranza non delude. L’ottimismo delude, ma la speranza non delude. Una speranza che supera ogni desiderio umano, perché apre le menti e i cuori sulla vita e sulla bellezza eterna”.

Siete chiamati – ha spronato Francesco – “a elaborare e trasmettere una nuova cultura, fondata sull’incontro tra le generazioni, sull’inclusione, sul discernimento del vero, del buono e del bello; una cultura della responsabilità, personale e collettiva, per affrontare le sfide globali come le crisi ambientali, sociali ed economiche, e la grande sfida della pace. A scuola voi potete immaginare la pace, ossia porre le basi di un mondo più giusto e fraterno, con il contributo di tutte le discipline e con la creatività dei bambini e dei giovani. Ma se a scuola voi fate la guerra fra di voi, se a scuola voi fate i bulli con le ragazze e i ragazzi che hanno qualche problema, questo è prepararsi per la guerra non per la pace!”.

Advertisement

Il Papa infine ha invitato a promuovere un “patto tra le associazioni, perché così potete testimoniare meglio il volto della Chiesa nella scuola e per la scuola. La speranza mai delude, mai, la speranza mai è ferma, la speranza è sempre in cammino e ci fa camminare”.