La Scuola è una missione, non dimenticatelo!  A volte nella mia vita ho trovato qualche suora che aveva la faccia “di aceto” e questo non è affabile, questo non è una cosa che aiuta ad attirare la gente. L’aceto è brutto e le suore con faccia di aceto, non parliamone! In breve: santità, preparazione e affabilità. Questo vi chiedo”. Lo ha detto il Papa, salutando le partecipanti al XV Capitolo generale elettivo dell’Unione Santa Caterina da Siena delle Missionarie della Scuola.

Primo elemento, la santità: “parola impegnativa, che può spaventare, al punto – osserva Francesco - che spesso facciamo fatica ad applicarla a noi stessi. Eppure è la vocazione che ci accomuna tutti e l’obiettivo essenziale della nostra vita. Ma la santità è una cosa gioiosa, la santità attira, la santità è gioia spirituale. È vero che non è facile trovare la santità, ma con la grazia di Dio ce la possiamo fare. Quanto è importante questa missione oggi, specialmente per i giovani! Voi, come consacrate, la realizzate prima di tutto nella sequela Christi, con la professione dei consigli evangelici, la vita sacramentale, l’ascolto e la meditazione quotidiana della Parola di Dio, la preghiera e la vita comune. Rimanete ben radicate in questi fondamenti, perché il vostro apostolato sia solido e ricco. E per tradere agli altri bisogna parlare bene, con affabilità. E c’è un nemico molto grande di questo, che è il chiacchiericcio”.

Poi la preparazione. Una sorta di “professionalità,  non però in un senso riduttivo di efficienza funzionale, ma in quello evangelico di dedizione, vissuta nello studio e nell’approfondimento continuo delle proprie conoscenze e delle proprie capacità, nel confronto personale e nella condivisione fraterna circa le verità apprese, nell’aggiornamento delle modalità didattiche e comunicative, per fare vostro tutto ciò che di buono si trova nel dinamismo sociale odierno, con apertura e dialogo con tutti. Il Signore ci ha fatto vedere che dialogava con tutti, tranne con il diavolo. Con il diavolo non si dialoga”.

“Siate messaggere di affabilità, che è dono dello Spirito, e  di gioia – conclude Papa Francesco -  vivendo ogni incontro con riconoscenza solare dell’altro nella sua sacra unicità”.