Milano , venerdì, 3. gennaio, 2025 12:30 (ACI Stampa).
"L’anno Santo, ogni venticinque anni, commemora in maniera solenne la nascita di Gesù Cristo a Betlemme, Il Figlio di Dio che si è fatto uomo per la salvezza dell’umanità. Nei primi secoli dell’Era cristiana l’identità di Gesù di Nazaret fu una delle questioni teologiche più dibattute: ci si chiedeva se Egli, come Figlio di Dio, era Dio come il Padre, oppure se era inferiore al Padre, e quindi una creatura come le altre, per quanto la più eccellente. Fu un prete della Chiesa di Alessandria agli inizi del IV secolo, di nome Ario, che in maniera sistematica negò la divinità di Cristo con l’intento di salvaguardare l’idea dell’unicità di Dio: questa dottrina, dal nome del suo autore, prese appunto il nome di Arianesimo. Per risolvere la questione e sedare le polemiche che stavano dividendo la Cristianità, l’imperatore Costantino il Grande, esattamente 1700 anni fa, nel 325 convocò a Nicea, in Asia Minore (attuale Turchia) il primo Concilio Ecumenico, a cui parteciparono, secondo la tradizione, 318 vescovi. Il Concilio condannò la dottrina di Ario come eretica, dichiarando che per la fede cristiana Gesù Cristo è Figlio di Dio, uguale al Padre nella divinità. Inoltre i Padri di Nicea fissarono la determinazione della data della festa di Pasqua, la principale delle feste cristiane, fissandola alla prima domenica dopo il plenilunio successivo all’equinozio di primavera, ponendo fine alle diversità di calendario tra le Chiese cristiane".
E' questa la introduzione alla Mostra allestita dalla Veneranda Biblioteca Ambrosiana, che sarà visitabile fino al 17 giugno 2025. “Giubileo 2025 – XVII Centenario del Concilio di Nicea” è curata da Mons. Marco Navoni e Mons. Francesco Braschi.
La mostra si divide in due sezioni strettamente collegate in cui sono esposte opere provenienti dalla Biblioteca Ambrosiana e normalmente non visibili al pubblico.
Ovviamente una parte è dedicata proprio al Giubileo.
Come ricordano i curatori della mostra "Verso la fine del 1299 cominciò a circolare tra il popolo cristiano d’Europa l’impressione che il passaggio al nuovo anno centenario sarebbe stato l’occasione di un rinnovamento spirituale, quasi l’inizio di un’epoca nuova di pace e fratellanza. Si diffuse poi la voce, con ogni probabilità sorta spontaneamente tra i fedeli, che i pellegrini che si fossero recati a Roma alla basilica di San Pietro avrebbero ricevuto una “pienissima remissione dei peccati”.