Città del Vaticano , mercoledì, 1. gennaio, 2025 10:32 (ACI Stampa).
"Nato da donna. Quest’espressione ci parla anche dell’umanità del Cristo, per dirci che Egli si svela nella fragilità della carne. Se è disceso nel grembo di una donna, nascendo come tutte le creature, ecco che Egli si mostra nella fragilità di un Bambino". Così Papa Francesco ha commentato la solennità della Madre di Dio nella messa della mattina del primo giorno dell' anno civile dedicato alla Maternità di Maria e alla pace.
Il tema della 58.ma Giornata Mondiale della Pace: “Rimetti a noi i nostri debiti: concedici la tua pace” è stato illustrato nel Messaggio del Papa per l' occasione e oggi il Pontefice ha parlato della umanità di Gesù. "L’Apostolo Paolo specifica che è nato da donna, sente quasi la necessità di ricordarci che Dio si è fatto veramente uomo attraverso un grembo umano. C’è una tentazione, che affascina oggi tante persone ma che può sedurre anche tanti cristiani: immaginare o fabbricarci un Dio “astratto”, collegato a una vaga idea religiosa, a qualche buona emozione passeggera. Invece, è nato da donna, ha un volto e un nome, e ci chiama ad avere una relazione con Lui e aggiunge che Gesù "ci mostra Dio attraverso la sua umanità fragile, che si prende cura dei fragili".
All'inizio del Giubileo il Papa dice che Maria "ci ricorda che Gesù viene nella carne e, perciò, il luogo privilegiato dove poterlo incontrare è anzitutto la nostra vita, la nostra fragile umanità, quella di chi ogni giorno ci passa accanto". Certo "Egli è il Salvatore del mondo, ma possiamo incontrarlo e dobbiamo cercarlo nel volto di ogni essere umano.
E se Lui, che è il Figlio di Dio, si è fatto piccolo per essere preso in braccio da una mamma, per essere curato e allattato, allora vuol dire che ancora oggi Egli viene in tutti coloro che hanno bisogno della stessa cura: in ogni sorella e fratello che incontriamo e che ha bisogno di attenzione, di ascolto, di tenerezza".
Trovare la grandezza nella piccolezza "perché impariamo a prenderci cura di ogni creatura nata da donna, anzitutto custodendo il dono prezioso della vita, come fa Maria: la vita nel grembo materno, quella dei bambini, quella di chi soffre, la vita dei poveri, la vita degli anziani, di chi è solo, di chi è morente".