Città del Vaticano , martedì, 31. dicembre, 2024 18:12 (ACI Stampa).
Un Te Deum davvero particolare, quello di quest’anno. Il Giubileo è da poco cominciato. Nella Basilica di San Pietro, l’immagine di quella porta aperta - la Porta Santa - sembra davvero introdurci in un nuovo anno 2025 ormai vicino. E’ l’anno della Speranza, questo il tema per il Giubileo che accompagnerà tutta la Chiesa nei prossimi mesi. Papa Francesco presenzia oggi la Celebrazione dei primi Vespri della Solennità di Maria Santissima Madre di Dio e il canto del Te Deum di ringraziamento per l’anno trascorso si dipana tra le navate della Basilica dell’Apostolo Pietro, successore di Cristo.
L’omelia del Pontefice sottolinea che questo momento è il momento “del ringraziamento”: l’ora da vivere con goia “celebrando la Santa Madre di Dio. Lei, che custodisce nel suo cuore il mistero di Gesù, insegna anche a noi a leggere i segni dei tempi alla luce di questo mistero”. Per il Pontefice l’anno che si chiude “è stato un anno molto impegnativo per la città di Roma. I cittadini, i pellegrini, i turisti e tutti quelli che erano di passaggio hanno sperimentato la tipica fase che precede un Giubileo, con il moltiplicarsi dei cantieri grandi e piccoli”. Ed oggi il momento di una riflessione che Papa Francesco definisce “sapienziale”: “Tutto questo lavoro, oltre al valore che ha in sé stesso – purché sia lavoro dignitoso –, ha avuto un senso che corrisponde alla vocazione propria di Roma, la sua vocazione universale”.
Lo sguardo del Pontefice, poi, si concentra nuovamente sulla città di Roma “chiamata ad accogliere tutti perché tutti possano riconoscersi figli di Dio e fratelli tra loro”. La preghiera a Dio del Pontefice diviene, allora, “un rendimento di grazie a Dio perché ci ha permesso di lavorare, di lavorare tanto, e soprattutto perché ci ha dato di farlo con questo senso grande, con questo orizzonte largo che è la speranza della fraternità”. Il Papa, a braccio, ringrazia anche tutti coloro - "uomini e donne" - che hanno realizzato i lavori nella Capitale. Ringrazia anche il Sindaco di Roma.
Il Giubileo rimane il tema di sottofondo: “Il motto del Giubileo, “Pellegrini di speranza”, è ricco di significati, a seconda delle diverse possibili prospettive, che sono come altrettante “vie” del pellegrinaggio. Una di queste grandi strade di speranza su cui camminare è la fraternità: è la strada che ho proposto nell’Enciclica Fratelli tutti. Sì, la speranza del mondo sta nella fraternità!”. E continua: “Ma possiamo – e direi dobbiamo – domandarci: questa prospettiva ha un fondamento? La speranza di un’umanità fraterna è solo uno slogan retorico o ha una base “rocciosa” su cui poter costruire qualcosa di stabile e di duraturo?”. Papa Francesco ha una sola risposta a queste domande: la “Santa Madre di Dio mostrandoci Gesù. La speranza di un mondo fraterno non è un’ideologia, non è un sistema economico, non è il progresso tecnologico. No. La speranza di un mondo fraterno è Lui, il Figlio incarnato, mandato dal Padre perché tutti possiam diventare ciò che siamo, cioè figli del Padre che è nei cieli, e quindi fratelli e sorelle tra di noi”.
Sotto le note dell' "Adeste Fideles", Papa Francesco si è recato - a fine celebrazione - davanti al Bambino Gesù dell'altare bernianiano di San Pietro per poi percorrere, in carrozzina, la navata centrale della Basilica romana: infine il consueto omaggio-saluto al Presepe delle Piazza che quest'anno è stato realizzato da artisti artigiani di Grado.