Città del Vaticano , venerdì, 3. gennaio, 2025 14:00 (ACI Stampa).
Mentre si discuteva della riforma della Curia, il Cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato vaticano, arrivò a proporre di stabilire un “ufficio per le mediazioni pontificie” nei ranghi della Segreteria di Stato. Perché l’arte della mediazione è vocazione della diplomazia del Papa. Perché la Santa Sede, Paese terzo, senza interessi economici e senza alcun altro interesse che il bene comune, nasce proprio con il compito di assicurare la pace e la libertà religiosa.
Che l’ufficio fosse una possibilità concreta lo diceva la storia. Ad esempio, gli inviti della Russia alla Santa Sede perché partecipasse alla Conferenza dell’Aja sulla pace del 1898 (la Santa Sede non partecipò, per l’opposizione dell’Italia appena unificata e anticlericale) e dell’Unione Sovietica perché fosse alla Conferenza sulla Cooperazione e la Sicurezza di Helsinki (cui partecipò, portando un contributo essenziale sulla libertà religiosa).
Ma lo diceva anche l’attualità: la facilitazione del dialogo tra Cuba ed Stati Uniti perché questi ultimi riaprissero i rapporti, ma anche la proposta di un think tank di una mediazione in Camerun nella difficile situazione dell’Ambazonia. E poi, le offerte di mediazione in Ucraina e in Terrasanta, per ora senza successo, come pure la nomina di inviati speciali per le crisi in Venezuela e in Ucraina.
L’ufficio per le mediazioni pontificie non è stato, alla fine, incluso nella nuova struttura della Segreteria di Stato. Forse, è anche una questione economica, perché mancano fondi per un nuovo ufficio, per nuovi esperti da assumere, in una situazione di crisi economica che colpisce fortemente il Vaticano. Non significa, però, che questo ufficio non sarà stabilito in futuro, disse il Cardinale Pietro Parolin in una lunga intervista concessa ad ACI Stampa.
L’ufficio, di fatto, non andrebbe solo a gestire possibili mediazioni, ma anche le missioni di pace, il lavoro per il dialogo, forse persino gli interdicasteriali che sono diventati, per Papa Francesco, uno strumento di sinodalità poter ascoltare i problemi.