Città del Vaticano , lunedì, 30. dicembre, 2024 16:00 (ACI Stampa).
Ieri è stata aperta la Porta Santa dell'Arcibasilica Lateranense "la prima basilica ad essere eretta all'interno delle mura urbane dopo il riconoscimento del cristianesimo come "religio licita" da parte dell'imperatore Costantino, il quale donò a Papa Melchiade l'antico possedimento della famiglia dei Laterani, già sede della caserma degli Equites Singulares. Accanto alla Basilica furono edificati il Battistero e il Patriarchio, che rimase sede abituale del Vescovo di Roma fino al soggiorno avignonese". Così si legge nelle Note Storiche dell' Annuario Pontificio.
L'arcibasilica è come le altre basiliche papali un "istituzione collegata con la Santa Sede".
La sua antichissima storia ci ricorda che è la "Cattedrale di Roma, omnium Urbis et Orbis ecclesiarum mater et caput" che che fu dedicata al Santissimo Salvatore. Solo dopo il VI secolo fu aggiunta la dedica in onore dei Santi Giovanni Battista e Giovanni Evangelista, tanto che oggi la chiamiamo San Giovanni in Laterano con grande approssimazione.
Storia e leggenda si intrecciano per raccontare che "l'altare, rimasto sempre sul luogo della prima dedicazione - celebrata probabilmente da Papa Silvestro - custodisce al suo interno una mensa lignea, che la tradizione romana fa risalire a San Pietro. Sopra l'altare del SS. Sacramento si custodisce un'altra mensa eucaristica lignea, che la pietà popolare identifica con quella dell'Ultima Cena".
L'edificio come lo vediamo ora è frutto di distruzioni e ricostruzioni. "Sisto V, nell'ambito del grande riassetto urbanistico di Roma e dell'apertura di grandi vie di collegamento con il Tevere e con la Basilica Liberiana, fece abbattere quasi tutto ciò che restava dell'antico Patriarchio ( il palazzo del Papa) e affidò a Domenico Fontana, tra il 1585 e il 1590 la costruzione dell'attuale Palazzo Lateranense, oggi sede del Vicariato di Roma, e l'edificio della Scala Santa, costruito intorno all'antica lipsanoteca papale. Della Basilica medievale restano il pavimento cosmatesco e il mosaico absidale, ampiamente rimaneggiato nell'ampliamento del coro voluto da Leone XIII. Il ciborio dell'altare papale, opera del senese Giovanni di Stefano, fu fatto erigere da Urbano V