Il 20 maggio, Papa Francesco ha inviato a Cuba l’arcivescovo Antoine Camilleri, che era stato fino al momento nunzio apostolico in Etiopia e Gibuti e Delegato Apostolico in Somalia, mentre il 24 giugno il Papa ha pescato fuori dal gruppo dei diplomatici per inviare l’arcivescovo Georg Gänswein, storico segretario di Benedetto XVI, come nunzio in Lituania, Lettonia ed Estonia.
Il 28 giugno, l’arcivescovo Ante Jozić è stato ufficializzato come nuovo nunzio apostolico in Georgia ed Armenia, mentre il 29 giugno è stato scelto il primo nunzio burkinabé, Julien Kaboré, inviato come ambasciatore del Papa in Ghana.
L’1 luglio, Kryspin Dubiel ha ricevuto la sua prima nomina come nunzio venendo inviato in Angola (che 15 giorni dopo ha ricevuto anche l’incarico per São Tomé e Príncipe), mentre il 9 luglio Papa Francesco ha inviato l’arcivescovo Mark Gerard Miles come nunzio in Costa Rica, trasferendolo dalla sede del Benin e del Togo.
Il 16 luglio, il Papa ha riempito la lunga vacanza della Nigeria inviando come nunzio apostolico a Lagos l’arcivescovo Michael Francis Crotty, che era nunzio in Burkina Faso e Niger.
Il 22 luglio, l’arcivescovo Christophe Zakhia el-Kassis ha visto aggiungersi al suo incarico di nunzio negli Emirati Arabi Uniti quello di nunzio apostolico nello Yemen e delegato apostolico nella Penisola arabica.
Il 27 luglio, l’arcivescovo Gábor Pintér è stato nominato nunzio in Nuova Zelanda, Era nunzio in Honduras, e prima ancora in Bielorussia, dove ha portato a termine la costruzione della nuova sede della nunziatura. Pintér ha poi ricevuto anche l’incarico di nunzio alle Fiji, mentre in Honduras, al suo posto, è andato un nunzio di prima nomina, Simón Bolívar Sánchez Carrión, di origine ecuadoregna.
FOCUS AMBASCIATORI
Tutti i nuovi ambasciatori del 2024
Durante il 2024, Papa Francesco ha ricevuto le lettere credenziali di 11 nuovi ambasciatori residenti presso la Santa Sede e quattordici ambasciatori non residenti.
Il 19 gennaio, ha presentato le sue credenziali Chloé Silvia Tilman Dindo, Ambasciatore di Timor Orientale, che poi il Papa ha visitato nel corso del 2024.
Il 16 febbraio, Luis Juan Chuquihuara Chil, Ambasciatore del Perù presso la Santa Sede, ha consegnato a Papa Francesco le sue lettere credenziali, mentre il 17 maggio è stata la volta di Boris Sahayan, ambasciatore di Armenia.
Il 31 maggio, Papa Francesco ha ricevuto Luis Pablo María Beltramino, ambasciatore di Argentina presso la Santa Sede, la cui nomina era stata annunciata dal presidente Milei durante la sua visita di inizio mandato a Papa Francesco.
L’8 giugno, Papa Francesco ha ricevuto le credeziali di un gruppo di sei ambasciatori non residenti: Mahlet Hailu Guadey, Ambasciatore della Repubblica Federale Democratica di Etiopia presso la Santa Sede; Macenje Mazoka, Ambasciatore dello Zambia presso la Santa Sede; Hassan Iddi Mwamweta, Ambasciatore della Repubblica Unita di Tanzania presso la Santa Sede; Annonciata Sendazirasa, Ambasciatore del Burundi presso la Santa Sede; Asma Naji Hussain Al – Amri, Ambasciatore del Qatar presso la Santa Sede; Mohamed Tahya Teiss, Ambasciatore di Mauritania presso la Santa Sede.
Il 21 giugno, Joyce Napier, ambasciatore del Canada presso la Santa Sede, ha presentato le credenziali a Papa Francesco, mentre il 22 agosto è stata la volta di Juraj Pritupen, che rappresenta la Slovacchia presso la Santa Sede.
Papa Francesco ha ricevuto poi il 26 agosto le credenziali di Jorge Edmundo Uribe Pérez, Ambasciatore dell’Ecuador presso la Santa Sede, il 29 agosto quelle di Romina Elisabeth Taboada Tonina, Ambasciatore del Paraguay, e il 16 settembre quelle di Yaron Sideman, Ambasciatore di Israele presso la Santa Sede.
Il 3 ottobre, è stata la volta di Martin Selmayr, ambasciatore dell’Unione Europea presso la Santa Sede mentre, mentre l’8 novembre è stata da Papa Francesco il nuovo ambasciatore di Panama presso la Santa Sede, Delia Cárdenas Christie.
Infine, il 7 dicembre il Papa ha ricevuto le credenziali di un altro gruppo di ambasciatori non residenti: Shambhu Kumaran, che rappresenta l’India; Leena al-Hadid, ambasciatore di Giordania; Susanne Shine, ambasciatore di Danimarca; André Biever, ambasciatore del Granducato del Lussemburgo presso la Santa Sede; Esterline Gonçalves Genero, ambasciatore della Repubblica Democratica di São Tomé e Príncipe; James Ngango, ambasiatore del Rwanda; Vepa Hajiyev, ambasciatore del Turkmenistan; Rachid Bladehana, ambasciatore di Algeria; Betty Chebet Cherwon, ambasciatore del Kenya.
Il 14 dicembre, è terminata la lunga vacanza dell’ambasciata di Romania con la presentazione delle credenziali del nuovo ambasciatore George Gabriel Bologan.
Il 16 dicembre, ha presentato le credenziali Pavel Svoboda, ambasciatore della Repubblica Ceca, mentre il 19 dicembre ha cominciato ufficialmente la sua missione presso la Santa Sede Bruno van der Plujim, che rappresenta il Belgio.
FOCUS MULTILATERALE
La Santa Sede alle Nazioni Unite di New York
.La Santa Sede ha lo status di Osservatore Permanente presso le Nazioni Unite dal 1964. Non ha mai voluto lo status di Stato membro, nonostante questo fosse stato offerto più volte, per mantenere la propria libertà, evitare di votare (o non votare, che sarebbe comunque una presa di posizione) nelle risoluzioni sotto il Capo 7 della Carta ONU, che riguarda le dichiarazioni di guerra, e rimanere libera da qualunque politicizzazione.
Quest’anno, la Missione dell’Osservatore Permanente delle Nazioni Unite ha tenuto circa 57 interventi. Di questi, sei sono stati del Cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato vaticano, che ha partecipato all’apertura dell’Assemblea Generale 2024.
a Santa Sede alle Nazioni Unite di Ginevra
La missione di Ginevra è una missione di importanza centrale, perché non dedicata solo alle Nazioni Unite, ma anche all’UNCTAD, l’agenzia ONU per il Commercio; all’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni, tema cruciale per Papa Francesco; e al WIPO, l’Organizzazione Internazionale per la Proprietà Intellettuale dove si gioca la partita difficilissima dei brevetti dei vaccini.
Quest'anno, la missione ha distribuito 29 interventi, ma ha anche organizzato due eventi di un certo peso: un servizio ecumenico in occasione della Giornata Mondiale della Pace, e un convegno per sostenere l’abolizione della maternità surrogata.
La missione della Santa Sede a Vienna
La missione della Santa Sede a Vienna è casa del Rappresentante Permanente della Santa Sede presso l’Organizzazione per la Cooperazione e la Sicurezza in Europa (OSCE), che la Santa Sede contribuì a fondare partecipando attivamente ai negoziati per il trattato di Helsinki nel 1975 e facendo includere in questo trattato il tema della libertà religiosa.
Questi è anche il rappresentante della Santa Sede verso l’AIEA, l’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica, di cui la Santa Sede è Paese fondatore.
Nel corso di quest’anno, la missione ha distribuito una decina di interventi.
La Missione della Santa Sede alla FAO
Osservatore Permanente alla FAO e alle altre agenzie delle Nazioni Unite per l’Agricoltura e l’Alimentazione è monsignor Fernando Chica Arellano, che non manca di sottolineare il problema della fame del mondo in diversi articoli per l’Osservatore Romano.
La rappresentanza della Santa Sede presso il Consiglio d’Europa
La Santa Sede coopera con il Consiglio d’Europa dal 1962, e dal 7 marzo 1970 diventato Stato Osservatore. Al 2014, la Santa Sede aveva ratificato 6 convenzioni del Consiglio d’Europa e partecipato a diversi accordi parziali, sia come Stato membro che come Stato Osservatore.
La missione della Santa Sede presso il Consiglio d’Europa a Strasburgo ha lo scopo di intrattenere un dialogo costruttivo con i 47 Paesi membri del Consiglio e i 5 Paesi osservatori, allo scopo di appoggiare tutte le iniziative che puntino a costruire una società democratica fondata sul rispetto della dignità dell’essere umano.
Tra le attività della missione della Santa Sede presso il Consiglio d’Europa, quello di fare da trait d’union con MONEYVAL, il Comitato che valuta la trasparenza finanziaria dei Paesi che decidono di sottoporsi alla sua valutazioni. La Santa Sede è entrata nel processo MONEYVAL dal 2011, facendo una serie di progressi nell’attività finanziaria che sono stati certificati anche nell’ultimo rapporto sui progressi del dicembre 2017. L’ultimo rapporto MONEYVAL è stato pubblicato ad aprile 2021. Recentemente MONEYVAL ha accolto positivamente alcune riforme legislative della Santa Sede.
La missione della Santa Sede all’UNESCO
Sembra essere più silenziosa, la missione della Santa Sede all’UNESCO, l’agenzia ONU per la cultura. E durante quest’anno non sono stati diffusi interventi presso le assemblee dell’organizzazione, che vengono distribuiti con parsimonia.
Di certo, la Santa Sede ha seguito con particolare attenzione l’invio di una missione UNESCO in Turchia per verificare il cambiamento di status di Santa Sofia, così come il fallimento della missione UNESCO in Nagorno Karabakh, che ha visto l’opposizione degli azeri.
L’Osservatore della Santa Sede all’Organizzazione Mondiale del Turismo
In pochi sanno che la Santa Sede ha un Osservatore anche all’organizzazione mondiale del Turismo. Dal 1988, si sono succeduti 6 osservatori, e l’ultimo, ancora in carica, è monsignor Maurizio Bravi, nominato nel 2016.
FOCUS TRATTATI
Gli accordi della Santa Sede
Il 24 ottobre, alle 13 e 45, è stato firmato un accordo tra Santa Sede e Repubblica Ceca. Se l’accordo verrà ratificato, la Repubblica Ceca sarà il 65esimo Stato ad avere un accordo con la Santa Sede.
Per quanto riguarda accordi e concordati, si contano 261 accordi bilaterali della Santa Sede. Tra questi, alcuni sono modifiche di accordi, mentre altri sono accordi ancora in vigore. In tutto, secondo una relazione, ci sono 215 concordati e accordi tra la Santa Sede e 74 nazioni, e di questi 154 accordi sono stipulati con 24 nazioni europee.
Va segnalato, tra i trattati, quello che ha definito lo status di un rappresentante residente della Santa Sede in Vietnam. È un passo verso i pieni rapporti diplomatici.
FOCUS NEWS
Il nunzio in Israele convocato dal governo
A seguito dell’appello di Papa Francesco all’Angelus dello scorso 22 dicembre, il governo di Israele ha convocato l’arcivescovo Adolpho Tito Yllana, nunzio in Israele, per chiedere ragione della posizione del Papa.
Durante l’Angelus, Papa Francesco aveva notato che “erano stai bombardati dei bambini. Non è guerra, è crudeltà”. Pur evitando di ripetere l'accusa di crudeltà, ha descritto la situazione a Gaza come "estremamente grave" e ha chiesto un cessate il fuoco immediato.
Queste dichiarazioni hanno provocato una reazione da parte del portavoce del Ministero degli Esteri israeliano, Oren Mamorstein. Mamorstein ha accusato Francesco di aver "ignorato la crudeltà di Hamas".
Yllan è stato poi convocato dal ministero degli Esteri israeliani per un colloquio. In un libro pubblicato lo scorso dicembre, Papa Francesco aveva affermato che le accuse di genocidio a Gaza “devono essere attentamente indagate”.
Polonia, i media cattolici nel mirino
Lo scorso 5 dicembre, nel corso di una conferenza stampa al termine dell’incontro del primo ministro polacco Donald Tusk con la presidente del Parlamento Europeo Roberta Metsola, il prmo ministro ha attaccato direttamente padre Tadeusz Rydzyk, fondatore della stazione Radio Mariya, sottolineando che questi è “solo un uomo d’affari”.
Il vescovo Wiesław Mering, emerito di Włocławek, ha affermato che Tusk “mette tutto l’apparato statale contro padre Rydzyk, contro Radio Maryja e la Chiesa. Predicare la fede ed evangelizzare la Polonia è per lui un ‘affare sospetto’. Parla con disprezzo del padre direttore, omettendo che si tratta di un sacerdote”. E ha aggiunto: “L'attacco al fondatore e direttore di Radio Maryja scatenato in coincidenza del 33° anniversario della fondazione dell’emittente è molto eloquente. Si sono verificati degli attacchi già durante il precedente governo di Donald Tusk: ora sono tornati con nuova forza. Ma chi sta dalla parte della verità, non deve avere paura”.
Il 13 dicembre la TVP 1 (tv nazionale, sotto il totale controllo del governo) ha trasmesso il programma "Il capolavoro di Rydzyk" che presenta falsamente le circostanze della fondazione del Museo “Memoria e Identità” dedicato a san Giovanni Paolo II a Torun. Contro le accuse del documentarie, è stata sporta denuncia al Consiglio Nazionale della Radio e della Televisione (KRRT).
Gli attacchi del governo hanno toccato anche la televisione Trwam e il quotidiano Nasz Dienik.
Su richiesta della Procura regionale di Rzeszów, gli agenti della CBA (Ufficio Centrale Anticorruzione) sono entrati la settimana scorsa nella sede della Fondazione Lux Veritatis, emittente Televisione Trwam, per ottenere i documenti riguardanti la cooperazione della Fondazione con il Ministero della Cultura e del Patrimonio Nazionale per la costruzione del Museo della Memoria e dell'Identità.
Il caso riguarda il procedimento contro l'ex ministro della Cultura Piotr Gliński che è accusato d’avere sovvenzionato la costruzione di tale Museo.