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Dalle diocesi, si aprono in tutta Italia gli eventi giubilari delle cattedrali e dei santuari

I messaggi per l' Anno Santo di alcuni vescovi italiani

Il logo del Giubileo della diocesi di Padova |  | diocesi di Padova Il logo del Giubileo della diocesi di Padova | | diocesi di Padova

Papa Francesco, nella notte della Vigilia di Natale ha aperto la Porta Santa della Basilica di San Pietro dando così avvio al Giubileo ordinario del 2025. Il giorno successivo, festività di Santo Stefano un'altra Porta Santa aperta dal Pontefice: quella al carcere di Rebibbia a Roma. Domani sarà la volta delle porte sante delle cattedrali nel mondo e in Italia con celebrazioni presiedute dei vescovi e che daranno il via all’Anno Santo nelle varie diocesi.

Per l’occasione, oltre ad individuare le chiese giubilari nelle cattedrali e in altri luoghi significativi delle varie diocesi, i vescovi hanno inviato dei messaggi per spiegare il senso dell’Anno Santo che pone al centro “la riscoperta della virtù della speranza. Con lo sguardo alla fonte più autentica della Speranza: Gesù Cristo, Figlio di Dio”, scrive l’arcivescovo di Trento, Lauro Tisi in una lettera dal titolo “Nella terra della speranza”, evidenziando che lo fa mentre “la guerra sembra minare alla radice il futuro di molti popoli, in ogni angolo del pianeta. È difficile anche solo immaginare di poter ‘sperare’ sotto il cielo di Gaza o di Kiev, di Aleppo o di Damasco, della Corea e del Sudan… I conflitti sono ovunque, con uno spaventoso e scandaloso investimento in armi”. Per l’arcivescovo Tisi i pellegrini di speranza sono “coloro che non s’arrendono al catastrofismo” e ad “ogni alba si alzano per compiere il proprio dovere in una logica di servizio e di gratuità”, i giovani che “davanti a un orizzonte sempre più carico di incertezze e di illusioni, non ammainano la bandiera dell’entusiasmo e della creatività”, gli anziani che “non si preoccupano di aggiungere giorni alla vita, ma pensano piuttosto ad aggiungere vita ai giorni” o coloro che non s’attardano in logiche ecclesiali paludate e stantie, ma si preoccupano di consegnare al mondo la forma umana della vita di Gesù come unico antidoto alla violenza, al vivere per sé, al narcisismo”.

“Domenica 29 dicembre anche noi apriremo l’Anno Santo perché il Signore, ancora una volta, ci doni la sua grazia, si mostri indulgente e misericordioso nei nostri confronti, ci apra alla conversione dei pensieri, dei sentimenti e dei desideri, facendo di noi dei ‘pellegrini di speranza’”, scrive il vescovo di Padova, Claudio Cipolla.

“Con il Giubileo, l’ottocentenario del Cantico delle Creature e la canonizzazione del beato Carlo Acutis stiamo entrando in un anno di grazia, di misericordia che ci dà tanta speranza che farà di Assisi e delle altre città delle due diocesi da me guidate punti di riferimento privilegiati per milioni di pellegrini”, sottolinea il vescovo di Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino e Foligno, Domenico Sorrentino, augurando a tutti di “viverlo in pienezza, cogliendo l’opportunità dell’indulgenza e quindi del perdono di Dio che ci ama, ci apre le braccia ed è sempre pronto a prenderci per mano, nelle difficoltà, nelle cadute, nello smarrimento”.

Per il vescovo di Chioggia, Giampaolo Dianin, il Natale appena trascorso quest’anno “porta il dono del Giubileo” che è “pienezza di misericordia” e “ci provoca a gesti concreti di conversione e ripartenza”. Il Giubileo – scrive sul settimanale diocesano “Nuova Scintilla” “è un dono di Dio, una pienezza di misericordia che purifica dal male e ci offre la possibilità di una nuova partenza. Non ha nulla di magico come potrebbe far pensare la dottrina dell’indulgenza” che è quella “misericordia che purifica gli effetti del peccato che è già stato perdonato nel sacramento della confessione”. Il presule di Chioggia sottolinea che “ci chiede di varcare una soglia, o meglio tante soglie”; la “più impegnativa è quella del cuore delle persone che ci sono accanto, per rinnovare le scelte della nostra vita come sposi, genitori, fratelli e sorelle”.

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Il Giubileo è occasione per “riscoprire le radici della nostra fede e della speranza cristiana”, scrive

il vescovo di Casale Monferrato, Gianni Sacchi invitando il a pensare “per un momento a tante pagine del Vangelo: la speranza è celata in un piccolo seme di senapa che diventa un albero grande, si trova in quella manciata di lievito che è in grado di far fermentare tutta la massa della pasta, è in quei due pani e cinque pesci che toglieranno la fame a migliaia di persone, è in una ragazza che con il suo ‘sì’ a Dio dà un volto nuovo all’umanità, è nascosta nella fragilità e impotenza della croce, è dentro un po’ di pane e di vino che diventano per noi vita immortale”.

L’arcivescovo di Catanzaro-Squillace, Claudio Maniago, ha presentato un sussidio per il Giubileo dal titolo “Pellegrini e testimoni di speranza” che si “presenta come un valido sussidio a uso dei fedeli per vivere l’Anno Santo ormai imminente”. Per il presule si tratta di “un semplice ma utile strumento che ci aiuterà a vivere l’Anno Giubilare con lo spirito giusto. Infatti, ci renderà più consapevoli illuminandoci su alcuni elementi portanti dell’esperienza giubilare, ci informerà sulle principali possibilità e le iniziative che sono offerte alla nostra diocesi per vivere l’esperienza giubilare e accompagnerà i nostri momenti più significativi di preghiera personale e comunitaria”.

Per l’arcivescovo di Sassari, Gian Franco Saba, la speranza è la “la forza motrice del dinamismo umano e cristiano. La speranza è Cristo. Non a caso, nella chiesa cattedrale sarà esposto proprio il Santissimo Crocifisso, dal quale scaturisce la speranza dell’umanità. Guardando a Cristo, è possibile maturare un nuovo sguardo”. In questo Anno Giubilare che sta per iniziare “riceviamo – ha detto nel corso di una conferenza stampa - il grande dono dell’esperienza dell’amore gratuito di Dio, che ci ricorda come la gratuità del suo amore non appartenga solo all’Anno Santo, ma a ogni esperienza di relazione con Lui. L’esperienza giubilare è gratuita: non si paga, non vi è un prezzo da corrispondere, poiché è l’amore gratuito del Signore. Questo messaggio si contrappone a una società che spesso commercializza ogni aspetto della vita, dalle relazioni ai beni materiali”.

“La speranza diventa fragile, solo un ricordo del passato, quando non è sostenuta dalla fede e dalla preghiera”, ha detto il vescovo di Macerata, Nazzareno Marconi aggiungendo “noi vescovi vogliamo perciò incoraggiare i marchigiani ad entrare nel Giubileo: rinnovando la loro fede e nutrendola di preghiera, per essere quei pellegrini di speranza di cui il mondo ha oggi grande bisogno”.

Abbiamo citato solo alcuni dei messaggi dei vescovi italiani in vista del Giubileo che nelle diocesi si aprirà domani: sarà la prima di un ricchissimo calendario di eventi giubilari lungo tutto il 2025 in tutte le nostre realtà ecclesiali.

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