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Papa Francesco, quali saranno i viaggi del 2025?

Due viaggi internazionali, uno praticamente sicuro, e uno tutto da vedere. E poi una possibilità ecumenica

Papa Francesco, volo papale | Papa Francesco si imbarca su un volo papale | Archivio EWTN / ACI Group Papa Francesco, volo papale | Papa Francesco si imbarca su un volo papale | Archivio EWTN / ACI Group

La data da segnare sul calendario è il 24 maggio. Dovrebbe essere in quel giorno che Papa Francesco sarà a Nicea con il Patriarca Bartolomeo, per ricordare il 1700esimo anniversario del Concilio di Nicea. Ma questo potrebbe non essere il solo viaggio internazionale che aspetta Papa Francesco nel 2025. Resta sempre l’Argentina, dove non è mai tornato, e dove sembrava volesse andare già nel 2024. E c’è anche la possibilità di un viaggio ecumenico breve, ma intenso, che tocchi la Serbia, unico Paese dei Balcani occidentali mai toccato da un Papa.

Per ora l’unico viaggio certo sembra essere quello a Nicea, che dovrebbe comunque comprendere più giorni. Il 26 dicembre, il Patriarca Bartolomeo è stato dal presidente turco Recep Tayip Erdogan e ha parlato proprio dei preparativi del viaggio, e anche della possibile presenza di Papa Francesco.

Come generalmente succede nei viaggi internazionali, e come anche il presidente turco vorrebbe, Papa Francesco dovrebbe fermarsi ad Ankara per la visita al palazzo presidenziale. Da lì potrebbe andare direttamente a Nicea per la commemorazione del Concilio, considerando che comunque il Papa ha già visitato Istanbul.

La notizia dell’intenzione di Papa Francesco di compiere il viaggio era stata anticipata da Bartolomeo durante una visita a Lisbona a maggio, e poi confermata da Papa Francesco in una alla Commissione Teologica Internazionale. Le date possibili vengono tutte da fonti provenienti dal Fanar o dalla Turchia.

Va da sé che i rapporti ecumenici tra Chiesa Cattolica e Patriarcato Ecumenico sono ottimi. Il viaggio del Papa potrebbe colorarsi anche di significati non necessariamente religiosi. Il Papa va a parlare ad una Turchia la cui influenza cresce nello scacchiere medio orientale, ma anche una Turchia che ha sostenuto l’Azerbaijan nelle sue pretese sul Nagorno Karabakh e che ha indirettamente lasciato accadere la perdita di patrimonio cristiano nella regione. E il Papa si incontra con Bartolomeo, pietra dello scandalo ecumenica per il Patriarcato di Mosca, che non ha mai digerito la decisione del Patriarcato Ecumenico di concedere alla Chiesa ortodossa Ucraina il tomos per la autocefalia, cioè la Chiesa nazionale. Sarà, insomma, un viaggio dai molti significati.

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Come lo potrebbe essere il tanto atteso viaggio in Argentina. Il presidente è Milei, che non ha avuto parole tenere per Papa Francesco, ma che poi è stato in Vaticano ed ha, per l’ennesima volta, invitato il Papa venuto dalla fine del mondo ad andare alla fine del mondo da cui proviene.

Che Papa Francesco dica di voler andare, si sa. La notizia di un possibile viaggio nel 2025 arriva da Jorge Sola, argentino, amico del Papa, segretario della Confederazione Generale del Lavoro.

È stato Sola a raccontare che durante l’incontro è stato chiesto al Papa se sarebbe andato in Argentina, e Papa Francesco di rimando aveva sottolineato che “fondamentalmente ci ha detto che sì, il suo desiderio è essere qui”, e poi aveva aggiunto di aver avuto “una agenda molto complicata” nel 2024, ma di vedere come una “possibilità” l’anno prossimo, con un programma esteso che potrebbe non toccare solo Buenos Aires, ma anche la nuova sede primaziale di Santiago el Estero, e poi Cordoba e persino la Patagonia.

Se il viaggio si concretizzasse, sarebbe il primo ritorno in patria del Papa dal momento della sua elezione. E sì che il Papa era arrivato in Italia per il Conclave con in tasca il biglietto di ritorno Fiumicino – Buenos Aires per il 23 marzo.

Ai viaggi possibili, si aggiunge anche l’idea della Serbia. Nessun Papa è mai stato in Serbia, e ora la situazione, con il patriarca Porfirje che ha studiato in Italia, sembra essere più favorevole. Papa Francesco ha anche creato cardinale l’arcivescovo di Belgrado Ladislav Nemet, mentre un comitato per il viaggio di Papa Francesco nel Paese era già stato messo a punto quando nunzio era l’arcivescovo Luciano Suriani, che fece anche intervistare il Papa da un quotidiano locale.

Nessun Papa è stato finora in Serbia, e il problema riguarda proprio il rapporto con la Chiesa Ortodossa Serba, che tra l’altro è molto vicina all’orbita di Mosca. Non c’è solo la questione ecumenica. C’è anche una contestazione storica, che riguardante il ruolo del Beato Aloijzije Stepinac, cardinale, arcivescovo di Zagabria. Gli ortodossi si sono sempre opposti alla canonizzazione, accusando il cardinale di collaborazionismo, e Papa Francesco per dirimere la questione ha stabilito una commissione mista cattolico – ortodossa che non ha però raggiunto risultati, ma ha stabilito che ognuno resta della sua opinione. Per ora, nonostante tutto sia stato definito nel Dicastero per le Cause dei Santi, il Papa ha deciso di non procedere alla canonizzazione del cardinale, ed è un segno di distensione.

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Sono tutti piccoli segni che potrebbero portare il Papa a Belgrado, e sarebbe un viaggio piuttosto breve, ma altamente simbolico. Intanto, si parla già di una prima iniziativa ecumenica a Roma a gennaio, nell’anno del Giubileo.