Roma , lunedì, 30. dicembre, 2024 14:00 (ACI Stampa).
Il Natale in casa, così si potrebbe definire ogni piccolo (o grande che sia) Presepe presente nei salotti, nelle stanze di ogni abitazione. La scenografia, quasi sempre, è uguale: montagne, ruscelli artificiali e piccoli laghetti, capanne e grotte. E poi sopra, le stelle. Una grotta o capanna (dipende dai “gusti”), e sopra la stella più importante, la stella delle stelle, la Cometa. E’ un paesaggio che tutti abbiamo in mente. Lo incontriamo sempre. O nelle case o nelle chiese. E in tutto questo scenario, ecco venir fuori i vari personaggi del Presepe, donne e uomini, volti, espressioni che ci raccontano storie e simboli: sono le statuine di terracotta (quelle più pregiate) o di plastica (quelle più commerciali) dei pastori.
Primo fra tutti, “incontriamo” Benino, il pastorello che dorme, posizionato - di solito - sotto un pagliaio. Il suo volto è immerso nel sonno; sta sognando; i suoi occhi sono chiusi a gustare il meritato riposo dopo aver chissà quanto tempo camminato, lavorato. Ci sono molte tradizioni e leggende su di lui. Alcune raccontano che il Presepe stesso nasca proprio da un suo sogno e che cesserebbe di esistere nel momento in cui si dovesse destare dal sonno. Benino simboleggia l’attesa del Natale.
Durante la strada incontriamo anche il cacciatore, armato di fucile. Non possiamo che provare timore per questo personaggio: il fucile puntato verso di noi, incute paura, ma sappiamo bene che non potrà farci del male. La figura del cacciatore racchiude una forte simbologia: rappresenta, infatti, la morte. E non è un caso che venga posizionato vicino al fiume, simbolo dei cicli dell'esistenza umana: vita-morte; giorno–notte; estate–inverno; la dualità del mondo celeste e di quello dell’ade. Ma anche la dualità del mondo: il pagano e il sacro.