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Dalle diocesi, il Natale della fede e della solidarietà

I messaggi dei vescovi italiani

La messa della Vigilia di Natale nel duomo a Milano |  | pd La messa della Vigilia di Natale nel duomo a Milano | | pd

Il Natale è ormai alle porte. Mercoledì la Chiesa celebra l’anniversario della nascita di Gesù. Tante le iniziative nelle nostre diocesi. Le celebrazioni presieduta dai vescovi ma anche i tanti messaggi rivolti alle diocesi per questo tempo.

Per l’arcivescovo di Genova, Marco Tasca il più “bel regalo che possiamo fare in questo Santo Natale del 2024 sia amare questo mondo, questa realtà, questi uomini e queste donne. Amare questa società è davvero il più bel regalo che possiamo fare”, sottolinea in un videomessaggio diffuso sul canale YouTube del settimanale diocesano “Il Cittadino”: “Dio ha mandato il suo Figlio non in un mondo perfetto, non in un mondo in cui tutto andava bene, in cui tutte le relazioni erano vissute bene, in cui la giustizia era vissuta bene. L’ha mandato in quel mondo, con tutte le sue gioie, le sue fatiche e le sue contraddizioni, le sue speranze”. E oggi “ancora una volta il Signore Gesù viene in mezzo a noi, in questo nostro mondo che sta vivendo fatica, che sta vivendo guerre, che sta vivendo speranze, che sta vivendo sogni”.

Un incoraggiamento a pregare e a “cambiare ciò che nella nostra vita non è conforme all’insegnamento di Gesù Cristo” arriva dal vescovo di Faenza, Mario Toso, mentre il vescovo di Cremona, Antonio Napolioni, invita a “essere ’pellegrini di speranza’”, una “condizione umana da riscoprire”. “Quest’anno - scrive - il presepe apre una porta speciale, detta ‘santa’, per farci vivere il Giubileo, speciale esperienza di grazia e di fede, che il popolo di Dio potrà fare ovunque, non solo a Roma o nelle chiese giubilari. Ci faremo tutti ‘pellegrini di speranza’: questa infatti è la condizione umana da riscoprire, la chiamata al cammino spirituale da intraprendere”. Per il presule questo nostro  mondo chiede alla Chiesa di “vivere la sua missione nello stile della prossimità. Perciò i ‘veri cantieri del giubileo’ sono cantieri di ascolto, condivisione, rinnovamento. Dove è benvenuto l’apporto di ciascuno: è sufficiente ospitare i vicini, conoscere le periferie, andare incontro a qualche solitudine, vincere pregiudizi e dialogare con chi ci appare diverso e distante… per fare insieme Giubileo, sperimentando che la gioia del Natale cambia lo sguardo su ogni cosa, ogni giorno dell’anno”.

Per il vescovo di Treviso, Michele Tomasi, “la storia è cambiata con la notte di Natale, le tenebre sono state vinte dalla luce della vita. Da allora siamo davvero parte di Dio stesso, e Lui è parte di noi. Lui ha condiviso tutto della nostra condizione umana, l’ha presa tutta con sé, nella Passione, sulla Croce. Nella Risurrezione e nella vita per sempre. Anche nella durezza della vita, anche nella contraddizione dell’atrocità della guerra; anche nelle difficoltà di molti – scrive - nelle sofferenze causate dalla malattia; anche nelle situazioni in cui le relazioni non riescono a svilupparsi nel bene e nella fiducia; anche quando sembra difficile per molti, soprattutto giovani, trovare un senso reale all’esistenza: anche in tutto ciò il tempo è abitato da Dio, e la nostra storia è una storia feconda di eternità. In tutto ciò siamo amati, amati dall’amore onnipotente che è Dio. Non siamo soli, non abbandonati, non destinati a finire nelle ombre. Abitiamo in terra di tenebre, ma siamo nella luce”. Per l’arcivescovo di Ferrara-Comacchio, Gian Carlo Perego, il Natale “richiama la pace come condizione di vita, ma anche costruzione di una cultura della pace”. “Non possiamo negare – scrive - che la situazione di guerra attorno a noi genera incertezza, paura, confusione e chiude ancora di più il nostro cuore e non solo i nostri confini”. Molti uomini e donne – sottolinea attraverso il settimanale diocesano “La Voce” – “in molte parti del mondo – dalla vicina Ucraina, al Myanmar, al Sud Sudan – vivono in situazione di guerra, di conflitto, di violenza e sognano la pace. Anche a Betlemme, nella Terra Santa dove Gesù nacque, c’è guerra. Il canto del Gloria a Natale è soprattutto per loro”. Messaggio anche per alcune categorie come ha fatto il vescovo di Cassano allo Ionio, Francesco Savino, vice presidente della Cei che si è rivolto, in due lettere distinte, ai rappresentanti delle istituzioni e alle detenute e detenuti che ha voluto visitare nella casa circondariale di Castrovillari. Ieri a Pergola, nella diocesi di Fano-Fossombrone-Cagli-Pergola, il vescovo Andrea Andreozzi ha celebrato la messa di Natale per il mondo del lavoro su iniziativa dell’Ufficio pastorale per i Problemi sociali e il lavoro della diocesi, dell’Unione cristiana imprenditori dirigenti – sezione di Fano e dalla Fondazione di Comunità. Il vescovo Andreozzi ha anche celebrato una messa per il mondo della scuola nella Cattedrale di Fano.

Anche il vescovo di Bolzano-Bressanone, Ivo Muser, ha visitato il carcere di Bolzano invitando i detenuti a “lasciare che sia la speranza a respirare in voi”.

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A Venezia, ieri, il patriarca Francesco Moraglia ha celebrato una messa pre-natalizia presso l’Ospedale dell’Angelo a Mestre.

I vescovi italiani in questo tempo incontrano anche il mondo dei media. Oggi a Catania ci sarà l’incontro del vescovo Luigi Renna mentre lunedì ad incontrare gli operatori della comunicazione sarà l’arcivescovo di Cosenza-Bisignano, Giovanni Checchinato.