La corona di spine è una delle reliquie più preziose di Notre Dame. In realtà, quella contenuta nel reliquiario è una corona intrecciata di giunchi uniti in fasci e trattenuti da fili d’oro. Il legno, tuttavia, proviene dalla Bretagna e dalla Scandinavia, mentre le reliquie di quella che si ritiene sia stata la corona sono conservate a parte. Le altre spine sono state disperse nel corso dei secoli dagli imperatori di Bisanzio e dai re di Francia. Ce ne sono 70 dello stesso tipo che sono considerate originali, distribuite nel corso dei secoli dagli imperatori bizantini e poi dai re di Francia ai loro migliori alleati
Venerarla è il Venerdì Santo è tradizione a Parigi. Il Venerdì Santo si legge la Passione secondo Giovanni, ed è proprio in quel brano del Vangelo che si trova la descrizione della corona di spine.
Già i pellegrini che andavano a Gerusalemme nel IV secolo facevano menzione della corona di spine, e le reliquie furono trasferite gradualmente a Costantinopoli tra il VII e il X secolo, e furono conservate nella cappella degli imperatori bizantini. Lo scopo era quello di proteggere la reliquia da saccheggi simili a quelli subiti dal Santo Sepolcro durante le invasioni persiane.
Ma come mai la reliquia di spine è arrivata a Parigi?
Nel 1238, Baoudouin de Courtenay governa Bisanzio, e decide di impegnare le reliquie con i banchieri veneziani per ottenere crediti e ripianare le casse. A quel punto, San Luigi, re di Francia, decide di intervenire, compensa i veneziani e fa arrivare le reliquie in Francia. Le reliquie approdano a Villeneuevel il 10 agosto1239, e una processione va verso Parigi, dove le reliquie arrivano il 19 agosto 1239. A quel punto, il re abbandonò il suo abbigliamento reale, indossò una tunica e, a piedi nudi, portò la Corona di Spine nella chiesa di Notre Dame e depositò tutte le reliquie nella cappella del Palazzo. Il mantello di San Luigi, tra l’altro, è una delle reliquie che si trova a Notre Dame, anche quella salvata dall’incendio.
Le reliquie furono spostate nella Biblioteca Nazionale durante la Rivoluzione Francese, e riconsegnate all’arcivescovo di Parigi solo a seguito del concordato del 1801. Erano gli anni bui di Notre Dame, addirittura trasformato in tempio della Ragione e poi in via di demolizione, se non fosse stato per l’opera di Victor Hugo e la perizia dell’architetto Viollet Le Duc. Solo il 10 agosto 1806, l’arcivescovo di Parigi assegna le reliquie al Tesoro della Cattedrale, affidate ai canonici del Capitolo della Basilica e poste sotto la protezione dei Cavalieri del Santo Sepolcro di Gerusalemme.
Sia Napoleone I che Napoleone III fecero forgiare un reliquiario nuovo e prezioso, che si trova nel tesoro di Notre Dame. Prima dell’incendio, le reliquie potevano essere venerate ogni primo venerdì del Mese, ogni venerdì di Quaresima e ogni Venerdì Santo.
Dopo la grande riapertura, tornerà questa tradizione. Ma con un nuovo reliquiario, perché, per salvare la reliquia, i vigili del fuoco avevano dovuto distruggere la cassa del reliquiario durante l’incendio.
Il nuovo reliquiario è una sfera in colore blu opaco, con l’idea di farle assorbire la luce e fungere la cornice, permettendo ai fedeli di poter camminare intorno all’intera struttura, fatta in cedro, legno, oro per ricordare l’iconostasi delle Chiese Orientali che ricorda appunto la vendita della reliquia a San Luigi da parte dell’Imperatore di Bisanzio.
San Luigi fece poi costruire la Sainte-Chapelle, a Parigi, quasi di fronte a Notre-Dame, una chiesa interamente concepita come un gigantesco santuario dove La Corona di Cristo fu conservata fino alla Rivoluzione.
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