"Per lungo tempo siamo stati estranei l’uno all’altro e anche sospettosi. Oggi però possiamo ringraziare Dio perché, da quasi sessant’anni, stiamo progredendo insieme nella conoscenza, nella comprensione e soprattutto nell’amore reciproco. Questo ci aiuta ad approfondire la comunione tra di noi". Lo ha detto il Papa, stamane, ricevendo una delegazione del Consiglio Metodista Mondiale.

"Aprirci gli uni agli altri - ha aggiunto Francesco - ci ha avvicinato, facendoci scoprire che la pacificazione è compito del cuore: è un compito del cuore più che della mente, del cuore. Quando il Cuore del Signore Gesù tocca il nostro cuore, Egli ci trasforma. È così che le nostre comunità riusciranno a unire le diverse intelligenze e volontà per lasciarsi guidare dallo Spirito come fratelli. È un cammino che richiede tempo, ma dobbiamo continuare su questa strada, sempre orientati al Cuore di Cristo, perché è da quel Cuore che impariamo a relazionarci bene gli uni con gli altri e a servire il Regno di Dio".

Il Papa ha poi ricordato l'imminente anniversario dei 1700 anni del Concilio di Nicea. Un evento che "ci ricorda che professiamo la stessa fede e, quindi, abbiamo la stessa responsabilità di offrire segni di speranza che testimoniano la presenza di Dio nel mondo".