Città del Vaticano , domenica, 28. febbraio, 2016 12:17 (ACI Stampa).
Partendo dal commento del Vangelo di oggi Papa Francesco, nel corso della recita dell’Angelus, coglie l’occasione per ribadire che “Dio non permette le tragedie per punire le colpe. Anche oggi, di fronte a certe disgrazie e ad eventi luttuosi, può venirci la tentazione di scaricare la responsabilità sulle vittime, o addirittura su Dio stesso”. Tuttavia – ammonisce il Pontefice – “il Vangelo ci invita a riflettere: che idea di Dio ci siamo fatti? Gesù, al contrario, ci chiama a cambiare il cuore, a fare una radicale inversione nel cammino della nostra vita, abbandonando i compromessi con il male, le ipocrisie, per imboccare decisamente la strada del Vangelo”.
Non dobbiamo cercare giustificazioni – prosegue Papa Bergoglio – e non dobbiamo essere come alberi sterili, anche se “Gesù è simile a quel contadino che, con una pazienza senza limiti, ottiene ancora una proroga per il fico infecondo. L’invincibile pazienza di Gesù, e la sua irriducibile preoccupazione per i peccatori, come dovrebbero provocarci all’impazienza nei confronti di noi stessi! Non è mai troppo tardi per convertirsi, mai, fino all'ultimo momento: la pazienza di Dio ci aspetta. Il Signore ci salva perchè ha pazienza e questa e la sua misericordia. Non è mai tardi per convertirci, ma è urgente, è ora. Iniziamo oggi!”. Impariamo da Maria “a non giudicare mai gli altri, ma a lasciarci provocare dalle disgrazie quotidiane per fare un serio esame di coscienza e ravvederci”.
Dopo aver recitato la preghiera mariana, Francesco parla ancora una volta del dramma di profughi e migranti. Il pensiero del Papa va alla “Grecia e gli altri Paesi che sono in prima linea prestando ad essi un generoso soccorso, che necessita della collaborazione di tutte le nazioni. Una risposta corale può essere efficace e distribuire equamente i pesi. Per questo occorre puntare con decisione e senza riserve sui negoziati”.
Il Papa rivolge anche un pensiero alla Siria dove è entrato in vigore il cessate-il-fuoco: “invito tutti a pregare affinché questo spiraglio possa dare sollievo alla popolazione sofferente e apra la strada al dialogo e alla pace tanto desiderata”. Infine Francesco esprime “vicinanza al popolo delle Isole Fiji, duramente colpito da un devastante ciclone. Prego per le vittime e per quanti sono impegnati nel prestare soccorso”.