Città del Vaticano , lunedì, 29. febbraio, 2016 9:00 (ACI Stampa).
È arrivato il 26 febbraio a Roma, e oggi, 29 febbraio, incontrerà Papa Francesco. Abuna Matthias I, Patriarca della Chiesa ortodosso Tewahedo Etiopica, ha trascorso così quattro giorni a Roma, a rinsaldare un dialogo ecumenico che il suo predecessor, Abuna Paulos, aveva portato Avanti con forza.
E forse è un segno del destino che Abuna Paulos sia morto ad agosto 2012, proprio mentre il Patriarca ortodosso di Mosca Kirill era in Polonia per uno storico viaggio di riconciliazione, muovendo la prima di tante pedine che lo avrebbero portato a incontrare Papa Francesco lo scorso 12 febbraio.
Abuna Matthias è patriarca della Chiesa ortodossa Tewahedo Etipica il 28 febbraio 2013. La storia di questa Chiesa particolarissima ha origini antiche: il suo primo grande evangelizzatore fu San Frumenzio, un cittadino romano di Tiro naufragato sulla cosa Africana del Mar Rosso, successivamente ordinate vescovo e poi tornato in Etipio per evangelizzare il Paese.
Si tratta di una Chiesa ortodossa orientale, ma ha mantenuto anche diverse pratiche ebraiche: la circoncisione, il rispetto delle regole alimentari, il rispetto del Shabbat del Sabato e della Domenica. La liturgia, di origine copta e influenzata dalla tradizione siriaca, è stata celebrate fino a pochi anni fa nell’antica lingua Ge’ez, e solo da poco viene celebrata nel moderno amarico. Ha 35 milioni di membri, con una grande comunità a Roma.
E con Roma, nel senso di Chiesa Cattolica, i rapporti sono sempre stati cordiali. Anzi, si sono intensificati. Abuna Paulos incontrò sia Giovanni Paolo II (nel 1993) che Benedetto XVI (nel 2009) e partecipò anche al Sinodo special per l’Africa. La Chiesa ortodossa etiope è coinvolta anche nella Commissione Internazionale per il Dialogo Teologico tra la Chiesa Cattolica e le Chiese ortodosse orientali, tanto che l’incontro della commissione nel 2012 fu ospitato ad Addis Abeba.