Città del Vaticano , venerdì, 17. marzo, 2017 16:00 (ACI Stampa).
A vederla ora sembra quasi una chiesa sotterranea. San Vitale è molto al di sotto del piano stradale, ma una volta Roma era lì. Una tradizione racconta che chiesa sia stata costruita con la vendita dei gioielli donati dalla matrona Vestina il primo nome del “Titolo” in onore dei Ss. Martiri Gervasio e Protasio, di cui S. Ambrogio aveva trovato i resti a Milano suscitando tanta devozione anche a Roma.
In ricordo di questo dono S. Gregorio Magno nella “Litania settiforme” da lui istituita, volle che la processione delle vedove partisse proprio da questo luogo. Nel frattempo, oltre al nome di Vestina, di Gervasio e Protasio, aveva anche quello di Vitale, probabilmente per gli “apparentamenti”, che tanto spesso operavano le tarde leggendarie “Passiones”. La sosta stazionale ricorda i martiri.
Molti i rifacimenti nei secoli di questo piccolo gioiello a via Nazionale, Sisto IV, nel 1475, tagliò le due navate laterali riducendola a navata unica.
Anche se un po’ nascosto dal livello ricorda in qualche modo il martirio del titolare San Vitale, che nell’anno 662 venne calato in un pozzo e poi lapidato. Da ricordare sopra l'ingresso la cantoria sorretta da due colonne corinzie che accoglie un organo a canne costruito nel 1931 dai Fratelli Schimicci. Lo strumento è a due manuali e pedaliera ed è a trasmissione pneumatico-tubolare.
Oggi è una vivace parrocchia del centro dove arrivano molti stranieri e qualche impiegato della Banca d’ Italia.