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La regalità di Gesù ha come fine ultimo il paradiso. Solennità di Cristo Re

Il commento al Vangelo domenicale di S. E. Mons. Francesco Cavina

Cristo Re |  | pd Cristo Re | | pd

Oggi è l’ultima domenica dell’anno liturgico e la Chiesa celebra la solennità di Cristo re dell’universo.

Cristo è re, ma come chiarisce davanti a Pilato: “Il mio regno non è di questo mondo…non è di quaggiù”. Con queste parole, Gesù dichiara che la storia e la vita terrena dell’uomo non sono eterne, ma non sono neppure destinate alla disgregazione o alla distruzione. Nell’ottica della fede questo fiume che è la storia umana troverà il suo compimento nel grande mare dell’eternità.

La regalità di Gesù, dunque, ha come fine ultimo il paradiso dove l’uomo potrà godere di Dio visto faccia a faccia e amato al di sopra di tutto, con l’assoluta certezza di non perderlo mai a causa del peccato.

La nostra vita, dunque è a due tempi. Il primo tempo è quello terreno che stiamo vivendo, dove la decisione è in mano nostra perchè possiamo ancora decidere di accettare o rifiutare l’amicizia di Cristo. Essere amici di Gesù significa non lasciarsi affascinare dalla logica mondana del potere, ma portare nel mondo la forza dell’Amore e della Verità per vivere pienamente e autenticamente il dono della libertà. 

Ma nel momento in cui l’uomo varcherà la soglia della vita eterna e incontrerà “Colui che è, che era e che viene, l’Onnipotente”, la decisione non sarà più in mano nostra, ma nelle mani del Signore. Il Quale opererà un discernimento, un giudizio.

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E’ un pensiero austero che ha fatto tremare le vene e i polsi a persone più sante di noi. Ma la Liturgia non vuol farci tremare, piuttosto dirci che fintanto che siamo sulla terra siamo ancora in tempo, siamo ancora nel giorno della scelta. Infatti, qui sulla terra Cristo è per noi il buon Pastore. Ci nutre con la sua Parola e il suo Corpo ed è ancora pronto a perdonarci e a rimetterci sulla strada dell’amore.  Il suo Regno comincia con la fede nella sua persona e nella sua parola (Gv 6,47).

 Non è possibile la neutralità davanti al Signore. Dobbiamo scegliere:“Chi non è con me è contro di me”, egli dice. Nell’Eucarestia Cristo re dell’universo si renderà presente. Ma nulla appare della sua gloria, anzi egli la nasconde volutamente proprio per consentirci di avvicinarci a Lui senza timore e con tutti i vantaggi, che ci vengono dalla presenza sua e del suo sacrificio redentore. Cristo re non si impone, ma si propone alla nostra libertà; non ci conquista, ma ci attrae con il suo amore e la sua tenerezza; non ci domina, ma ci serve con i suoi doni. Egli non incute paura. Bussa alla porta del cuore e della mente di ciascuno e, dove può entrare, apporta misericordia, pace e gioia! Questo è il modo di regnare di Cristo!