Enna , mercoledì, 24. febbraio, 2016 15:00 (ACI Stampa).
Mille e 200 bottiglie dell’Olio della Pace stanno per varcare le soglie delle mura vaticane, lasciando a Papa Francesco la libertà di scegliere a chi destinarle. È una iniziativa già avviata dal Consorzio della Filiera Olivicola (CO.FI.OL.) con l’ex Provincia di Enna e la Premiati Oleifici Barbera in occasione dell’Expo 2015.
L’idea cardine del progetto era quella di offrire un prodotto di qualità attraverso la molitura di 400 qualità diverse di olive mediterranee (Sicilia e Marocco, Tunisia e Israele, Palestina e Spagna, Turchia e Grecia), e ricavare così un olio che rappresenti fondamentalmente e fisicamente l’unità e la pace fra le genti. Questa particolare produzione è stata realizzata grazie al campo sperimentale internazionale del germoplasma dell’ulivo di Zagaria, in provincia di Enna.
“Nel campo di germoplasma dell'ulivo, unica realtà agricola nel Mediterraneo, - commenta Angelo Scaduto del Libero Consorzio Comunale di Enna - si trovano fianco a fianco, tra gli altri, gli ulivi di Israele e della Palestina. Da questa simbolica convivenza si potrebbe lanciare un messaggio di unione che sarebbe auspicabile fare giungere ai popoli interessati. Al di là dell'interesse scientifico a carattere internazionale della realtà olivicola, oggetto di studio di esperti di tutto il mondo, vogliamo ribadire la singolarità del progetto, frutto di impegno perpetrato negli anni dello staff amministrativo di questo ente”.
“La pace non è un sogno, è un impegno”, commenta Manfredi Barbera ispiratore di questa iniziativa. L’idea di consegnare a Papa Francesco l’Olio della Pace rappresenta l’inizio di un “viaggio” tra i popoli: “La nostra ambizione – precisa – è quella di portare l’Olio della Pace anche al Patriarca di Mosca Kirill, al capo Imam della Tunisia e all’israeliano Shimon Peres”. Ad accogliere con entusiasmo l’originalità di questa produzione don Pietro Magro, direttore dell’Ufficio per la pastorale dell’ecumenismo e il dialogo interreligioso dell’Arcidiocesi di Palermo.
“L’Olio della Pace è un’idea geniale, – commenta don Magro - soprattutto in questo periodo di lotte razziali, di diffidenza, di migrazione. L’olio è un alimento che unisce tutti, che fa bene, ma che è anche fortemente simbolico sul piano della fede. Non solo nel Cristianesimo, basti pensare al significato della parola Cristo, ovvero l’unto dal Signore, ma anche nella religione ebraica e islamica. In quest’ultima in particolare l’olio rappresenta l’anima vista nella sua interiorità che si accende con la preghiera a Dio”.