Città del Vaticano , giovedì, 21. novembre, 2024 12:00 (ACI Stampa).
“L’importanza dello studio della storia della Chiesa” è “una questione che vorrei che venisse presa in considerazione nella formazione dei nuovi presbiteri e anche di altri agenti pastorali”. Lo scrive il Papa nella lettera sul rinnovamento dello studio della storia della Chiesa pubblicata stamane, un testo in continuità con la lettera sulla importanza della letteratura nella formazione dello scorso mese di agosto.
“Una corretta sensibilità storica - sostiene Francesco - aiuta ciascuno di noi ad avere un senso delle proporzioni, un senso di misura e una capacità di comprensione della realtà senza pericolose e disincarnate astrazioni, per come essa è e non per come la si immagina o si vorrebbe che fosse. Si riesce così ad intessere un rapporto con la realtà che convoca alla responsabilità etica, alla condivisione, alla solidarietà”.
“La storia della Chiesa - prosegue la lettera - ci aiuta a guardare la Chiesa reale per poter amare quella che esiste veramente e che ha imparato e continua ad imparare dai suoi errori e dalle sue cadute. Questa Chiesa, che riconosce se stessa anche nei suoi momenti oscuri, diventa capace di comprendere le macchie e le ferite del mondo in cui vive, e se cercherà di sanarlo e di farlo crescere, lo farà nello stesso modo in cui tenta di sanare e far crescere se stessa, anche se tante volte non ci riesce. Si tratta di un correttivo di quella terribile impostazione che ci fa comprendere la realtà solo a partire dalla difesa trionfalista della funzione o del ruolo che uno ricopre”.
“Educare i candidati al sacerdozio ad una sensibilità storica appare una palese necessità. Più in generale, si dovrà dire che oggi tutti – e non solo i candidati al sacerdozio – abbiamo bisogno di rinnovare la nostra sensibilità storica. Per comprendere la realtà c’è bisogno di inquadrarla nella diacronia, laddove la tendenza imperante è quella di affidarsi a letture dei fenomeni che li appiattiscono sulla sincronia: insomma, su una sorta di presente senza passato. Eludere la storia appare molto spesso una forma di cecità che ci spinge a occuparci e sprecare energie per un mondo che non esiste, ponendoci falsi problemi e indirizzandoci verso soluzioni inadeguate. Alcune di queste letture possono risultare utili a piccoli gruppi ma non certamente alla totalità dell’umanità e della comunità cristiana”.
“Una maggiore sensibilità storica - è il monito del Papa - è più urgente in un tempo nel quale si diffonde la tendenza a cercare di fare a meno della memoria o di costruirne una adeguata alle esigenze delle ideologie dominanti. Di fronte alla cancellazione del passato e della storia o ai racconti storici tendenziosi, il lavoro degli storici così come la sua conoscenza e ampia diffusione possono fare da argine alle mistificazioni, ai revisionismi interessati e a quell’uso pubblico impegnato in modo particolare a giustificare guerre, persecuzioni, produzione, vendita, consumo di armi e tanti altri mali”.