La società civile ha riportato all’ODIHR di 4.484 episodi di antisemitismo, 238 di anti-islamismo e 583 crimini di odio anti-cristiano nella regione OSCE per l’anno 2023.
Le nazioni dove il sentimento anti-cristiano è più diffuso, secondo l’OIDAC, sono la Francia, dove si sono registrati quasi mille casi di crimini di odio contro i cristiani nel 2023; il Regno Unito, dove i casi sono stati 700; e la Germania, dove i crimini di odio contro i cristiani sono stati 277 nel 2023, il 105 per cento in più dei dati 2022 che invece riportavano 135 attacchi. In Germania, la polizia ha registrato più di duemila casi di danno alle proprietà in luoghi di culto cristiani nel 2023.
Regina Polak, Rappresentante OSCE per la lotta a Razzismo, Xenofobia e Discriminazione – che include anche la discriminazione contro i cristiani e membri di alte religioni – ha sottolineato che “i cristiani sono bersaglio di crimini di odio in tutta la regione OSCE, con azioni che vanno dal vandalismo alla violenza personale contro i cristiani che distribuiscono materiale religioso.
Polak ha sottolineato che “i crimini di odio anti-cristiano mandano un messaggio di esclusione alle vittime e alle loro comunità, e all’intera società. Possiamo osservare una crescita della discriminazione e dei crimini di odio contro i cristiani anche in Europa. Questi fenomeni devo essere osservati nel più ampio contesto dell’intolleranza e la discriminazione contro altri gruppi, e in particolare contro i membri delle comunità religiose, che siano gruppi di minoranza o di maggioranza”.
Il rapporto OIDAC sottolinea che i casi più frequenti sono quelli di vandalismo contro le chiese. Questi rappresentano il 62 per cento dei casi registrati, e tra questi vanno inclusi casi profanazione (sono il 24 per cento dei casi) e di decapitazione di statue religiose, nonché roghi (il 10 per cento) e minacce (8 per cento), mentre solo il 7 per cento dei casi riguarda la violenza fisica.
Si tratta, dunque, di casi piuttosto rari, ma che hanno incluso alcuni tragici casi nel 2023: l’uccisione di un ministrante cattolico da parte di un terrorista islamista ad Algeciras, un’automobile lanciata contro una processione in Polonia, il tentato omicidio di un convertito al cristianesimo con radici musulmane nel Regno Unito perché questi era considerato dall’attentatore come “un apostata che merita di morire”.
Il rapporto OIDAC ha anche rilevato degli episodi di discriminazione contro i cristiani nel luogo di lavoro e nella vita pubblica in alcune nazioni Europee.
La crescita di queste attività anti-cristiane è considerata la ragione alla base della crescita di una auto-censura da parte dei cristiani in Europa. Una indagine sociologica condotta nel 2024 nel Regno Unito segnala il rapporto, mostra che solo il 36 per cento dei cristiani sotto i 35 anni dicono di sentirsi liberi di esprimere le loro visioni su questioni sociali a lavoro.
Anja Hoffmann sottolinea che “in particolare, i cristiani che aderiscono a credenze religiose tradizionali affrontano una crescente discriminazione e ostilità, che va da atti di bullismo al lavoro alla perdita del lavoro”. Secondo il direttore esecutivo di OIDAC, è “molto preoccupato che l’espressione pacifica di credenze religiose personali, per esempio su temi che riguardano il matrimonio e la famiglia, possano potenzialmente causare la fine di una carriera politica o di un lavoro, se non l’inizio di una causa legale”.
Va segnalata anche la presenza diffusa di restrizioni sulla libertà religiosa messe in atto da governi europei, con misure che vanno dal bando di processioni religiose al bersagliare i cristiani per le pacifiche espressioni della loro fede.
Il rapporto descrive come “scioccante” il caso di un uomo che è stato incriminato nel Regno Unito per aver pregato silenziosamente in una strada pubblica in una cosiddetta buffer zone vicino ad una clinica abortista. È un caso, insieme ad altri casi simili, che ha sollevato una preoccupazione internazionale, anche da parte della Commissione Usa sulla Libertà Religiosa Internazionale.
Hoffmann sostiene che questi episodi dovrebbero “spingerci a moltiplicare gli sforzi per proteggere la libertà di religione e di fede, inclusa la libertà di discutere in maniera aperta e rispettosa punti di vista religiosi e filosofici diversi su questioni sensibili senza aver paura di rappresaglia e censura.
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Hoffmann propone anche di creare la posizione di un Coordinatore dell’Unione Europea che combatte l’odio anti-cristiano simile a quelli già esistenti per la lotta all’antisemitismo e all’Islam.
Secondo Polak, i governi e la società civile dovrebbero “prendere più seriamente” la crescita della discriminazione e dei crimini di odio in Europa, che necessitano, tra l’altro, una ricerca approfondita riguardo “la loro specifica natura e cause”.