Città del Vaticano , domenica, 17. novembre, 2024 12:15 (ACI Stampa).
Commentando il Vangelo di oggi durante l’Angelus, Papa Francesco invita i fedeli a soffermarsi su “ciò che passa e ciò che resta”.
In primis – osserva il Pontefice - “ciò che passa. In alcune circostanze della nostra vita abbiamo la sensazione che tutto vada verso la fine, e avvertiamo che anche le cose più belle passano. Le crisi e i fallimenti, anche se dolorosi, sono importanti, perché ci insegnano a dare a ogni cosa il giusto peso, a non attaccare il cuore alle realtà di questo mondo, perché esse passeranno: sono destinate a tramontare”.
“Gesù – aggiunge Francesco - ci parla di ciò che resta. Tutto passa, ma le sue parole non passeranno: rimangono in eterno. Ci invita così a fidarci del Vangelo, che contiene una promessa di salvezza e di eternità, e a non vivere più sotto l’angoscia della morte. Mentre tutto passa, Cristo resta. In Lui un giorno ritroveremo le cose e le persone che sono passate e che ci hanno accompagnato nell’esistenza terrena. Alla luce di questa promessa di risurrezione, ogni realtà acquista un significato nuovo: tutto muore e anche noi un giorno moriremo, ma non perderemo nulla di quanto abbiamo costruito e amato, perché la morte sarà l’inizio di una nuova vita”.
“Il Vangelo – conclude il Papa - ci invita a guardare alla vita e alla storia senza timore di perdere ciò che finisce, ma con gioia per ciò che resta: Dio prepara per noi un futuro di vita e di gioia”.
Al termine dell’Angelus il Papa ha ricordato che ieri in Albania “sono stati beatificati due martiri, vittime della persecuzione religiosa del ventesimo secolo. E oggi a Friburgo in Brisgovia è stato identificato un altro martire, avversato dal nazismo per il suo impegno religioso in favore della pace. L'esempio di questi martiri conforti tanti cristiani che nel nostro tempo sono discriminati per la fede”.