Il seminario non è una prigione, è un luogo dove si impara che il sacerdote è un uomo, un essere umano che vuole redimere perché un sacerdote non può essere altro che un'immagine viva di Gesù, il Redentore con la maiuscola”. Lo ha detto il Papa, incontrando in Vaticano i seminaristi di Pamplona e San Sebastián.

Dobbiamo scendere nelle carceri – ha aggiunto Francesco - in tutte quelle carceri che imprigionano uomini e donne nella nostra società: le carceri ideologiche, le carceri morali, quelle che creano sfruttamento, scoraggiamento, ignoranza e dimenticanza di Dio”.

San Luca – ha detto ancora il Pontefice – “ci parla della docilità allo Spirito, del fare un deserto per trovare Dio, svuotandoci di tante cose che portiamo come zavorra. Ci incoraggia a non avere paura di affrontare la tentazione di un ministero idolatrico in cui siamo al centro, alla ricerca di potere materiale o di applausi. Quando guardiamo il nostro fratello, riconosciamo in lui la disponibilità a ricevere la grazia che il Signore gli offre. Siate sempre pronti a benedire, a liberare, e quando sentite le mani paralizzate, tendetele con fiducia come lo storpio del Vangelo di Marco. Siate dunque coraggiosi, distaccati e instancabili nel portare la misericordia divina che il Signore ha così generosamente riversato su di voi scegliendovi per questo ministero”.