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Reina: "Padre Arrupe ha assunto la messa in pratica e la difesa del Concilio come priorità della sua missione"

Conclusa a Roma l'inchiesta diocesana sulla vita, le virtù, la fama di santità e dei segni del Servo di Dio padre Pedro Arrupe Gondra, S. J., 28/mo Preposito generale della Compagnia di Gesù.

La chiusura dell’inchiesta diocesana |  | Daniel Ibanez CNA
La chiusura dell’inchiesta diocesana | Daniel Ibanez CNA
La chiusura dell’inchiesta diocesana |  | Daniel Ibanez CNA
La chiusura dell’inchiesta diocesana | Daniel Ibanez CNA

Si è svolta stamane nella Sala della Conciliazione del Palazzo Lateranense la sessione di chiusura dell’inchiesta diocesana sulla vita, le virtù, la fama di santità e dei segni del Servo di Dio padre Pedro Arrupe Gondra, S. J., ventottesimo Preposito generale della Compagnia di Gesù.

Gli atti dell'inchiesta saranno ora trasferiti al Dicastero per le Cause dei Santi.

Il rito in Laterano è stato presieduto dall'Arcivescovo Baldassare Reina, Vicario Generale di Sua Santità per la Diocesi di Roma. L'inchiesta diocesana era stata aperta nel febbraio 2019.

Padre Pedro Arrupe, nato a Bilbao nel 1907, è stato Preposito generale dei gesuiti dal 1965 al 1981, quando lasciò l’incarico per motivi di salute. E' stato il primo Superiore generale della Compagnia di Gesù a dimettersi. Gli è succeduto prima Padre Paolo Dezza, come delegato personale della Compagnia, nominato personalmente da Papa Giovanni Paolo II e poi Padre Hans Peter Kolvenbach nel 1983. Padre Arrupe muore a Roma il 5 febbraio 1991.

"E' un giorno di festa importante per noi, oggi ricorre il giorno di nascita di Padre Arrupe nel 1907. E' stato un uomo fedele e obbediente alla Chiesa e ai papi. Ha assunto la messa in pratica e la difesa del Concilio Vaticano II come priorità della sua missione", ha detto l'Arcivescovo Reina.

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"E' stato un coraggioso profeta del rinnovamento conciliare, la sua parola franca e vera non lasciava nessuno indifferente. Il Servo di Dio - ha aggiunto Monsignor Reina - è stato obbediente nei confronti del Romano Pontefice, ha vissuto il quarto voto dei gesuiti di obbedienza al Santo Padre con profonda adesione affettiva, con autentica devozione per la persona di tutti i papi con cui ebbe modo di intrattenere relazioni".

"Nei momenti più difficili intorno alla decisione di San Giovanni Paolo II di affidare il governo della Compagnia a un suo delegato - ha proseguito Reina - il Servo di Dio manifesta all'infermiere che si prendeva cura di lui: Dio vuole così".

Ricordando poi l'incontro con Giovanni Paolo II nell'infermeria della Curia generalizia, il Vicario di Roma ricorda le parole di Padre Arrupe: "Santo Padre, le rinnovo la mia obbedienza e l'obbedienza di tutta la Compagnia di Gesù".

"La sua presenza nella vita consacrata - ha sottolineato Monsignor Reina - è stata ricca e feconda, avendo recipito il Concilio e integrato i migliori valori della tradizione con quelli necessari ad adattare la vita religiosa ai nuovi tempi. A partire dal Concilio ha intrapreso con entusiasmo l'opera di aggiornamento all'interno della Compagnia. Ha saputo individuare i punti di svolta necessari per il rinnovamento dell'Ordine, partendo dal carisma del fondatore e ha dato un forte impulso alla spiritualità ignaziana, innanzi tutto agli esercizi spirituali. Ha affrontato la realtà con gli esercizi spirituali, le costituzioni per compravare cosa può dire l'uomo di Sant'Ignazio all'uomo moderno. Padre Arrupe crede nel contatto diretto con o suoi uomini, viaggia spesso ed è solidale con i confratelli ma interviene con fermezza quando assumono posizioni contrarie al magistero della Chiesa o mettono in difficoltà la Compagnia. Padre Arrupe ha promosso l'azione sociale e di carità come anima del carisma ignaziano. Ha poi fomentato l'inculturazione della fede nei cinque continenti e ha sostenuto l'apostolato intellettuale, ha incoraggiato i laici a prendersi le proprie responsabilità".

"Noi gesuiti siamo convinti delle straordinarie virtù del nostro 28/mo Generale - ha detto invece Padre Arturo Sosa, attuale Preposito Generale della Compagnia di Gesù - siamo lieti di collaborare a presentare alla Chiesa e al mondo uno dei più insigni figli di Sant'Ignazio, siamo orgogliosi del fatto che la sua vita possa essere offerta come modello e faro di luce per tanti".

 

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